Come abbiamo riportato in precedenza, nella giornata del 27 ottobre, il Miur ha pubblicato ulteriori chiarimenti in merito ai 24 crediti universitari formativi da conseguire per partecipare ai prossimi concorsi a cattedra per la scuola secondaria di secondo grado.
ABILITATI TFA E PAS
I primi però a partecipare al concorso a cattedra saranno tutti i precari abilitati, che dovrebbero affrontare le prove selettive a partire dalla primavera del 2018, con il bando che secondo la tabella di marcia del Miur dovrebbe arrivare entro la fine del 2017 al Consiglio superiore per l’istruzione, si legge anche su Il Fatto Quotidiano; quindi a inizio 2018 il bando, e la prova del concorso già prima dell’estate e comunque non prima di giugno, dato che i commissari non possono essere esonerati dal lavoro, quindi si attenderà la fine delle attività didattiche.
In questa tornata, parteciperanno quindi tutti i docenti precari in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, ottenuta tramite Tfa(Tirocinio formativo attivo) o la “sanatoria” dei Pas (Percorsi abilitanti speciali), oltre ovviamente ai precari storici presenti in GaE.
VANTAGGIO PER I PRECARI STORICI?
Ma quella che dovrebbe essere una buona occasione per entrare di ruolo nella scuola pubblica potrebbe trasformarsi in una guerra fra precari storici e precari giovani, appunto usciti dai TFA e PAS.
Infatti, posto che alla prova orale sarà riservato solo il 40% del punteggio e il colloquio in lingua straniera previsto conterà appena per 3 punti su 100, la partita sarà decisa sulla valutazione dei titoli e in questo caso sarà l’anzianità di servizio a far spostare gli equilibri: i primi due anni di servizio varranno 2 punti, dal terzo anno i punti diventeranno 5, ragion per cui, risulta evidente, come questo sistema andrebbe a penalizzare i giovani preari a vantaggio di quelli storici.
DENTRO ANCHE GLI ABILITANDI SUL SOSTEGNO
Ricordiamo, inoltre, che al prossimo concorso del 2018 potranno partecipare, con riserva di conseguimento del titolo entro il 30 giugno 2018, anche coloro che siano stati ammessi ai corsi di sostegno attivati con il DM 141/17(poi modificato dal DM 226/17).
Per la partecipazione non è richiesto il possesso dei 24 CFU nei settori formativi antropo-psico-pedagogici e nelle metodologie e tecniche didattiche.
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