Caro presidente Nello Musumeci
Il giorno dopo l’esito delle elezioni regionali, che ti hanno visto vincere la poltrona di Governatore della Sicilia, ti scrivo per segnalarti che fra i tuoi prossimi impegni a favore di quella Terra “Bellissima”, che contrassegna la tua formazione politica, dovresti metterci la scuola. E forse al primo posto se non ci fosse la piaga della disoccupazione che macina migrazione, miseria e per certi versi anche malaffare, visto che migliaia di ragazzi dei quartieri abbandonati delle città in Sicilia preferiscono seguire le sirene della delinquenza organizzata piuttosto che le “babbiate” dei prof nelle scuole.
E infatti caro Nello sai meglio di me, che mi occupo per lo più solo di scuola, che “Diventerà bellissima” ha tristissimi primati: oltre a quello della disoccupazione e della povertà, anche quello degli abbandoni e delle dispersioni, che non sono solo numeri per fare statistiche, ma anche domande: in quale voragine finiscono questi migliaia di ragazzi? Che fanno? Chi frequentano? Come trascorrono il tempo? Chi sono i loro genitori e cha lavoro, se lavorano, svolgono?
Diventerà bellissima?
Ma “Diventerà bellissima” ha anche altri infelicissimi primati che vanno dall’assenza di asili nido e di mense, agli edifici scolastici cadenti alla negligenza nell’assistenza ai disabili. Ma ha pure una marea di professori precari che pur di lavorare hanno le valigie pronte al primo rintocco del telefono per partire in ogni dove oltre lo Stretto e lungo gli Appennini fino alle Alpi.
Non dipende dal presidente della Regione la stabilizzazione di questo personale, mi dirai: ed è vero. Però è vero che mentre nel Veneto gli abbandono sfiorano circa l’8%, con una media nazionale intorno al 15%, nella nostra terra ci sono picchi anche del 30%, che è una cifra enorme e soprattutto nelle periferie urbane di città come Catania e Palermo.
Ma non solo.
Ma non solo. Se il tempo prolungato nel Nord dell’Italia copre per lo più l’80% delle scuole, da noi, in Sicilia, è appena all’8% e sai perché? Perché molti presidi non dispongono di mense a norma di legge, i comuni non possono intervenire con fondi propri per la refezione, non ci sono i mezzi di trasporto disponibili. Accrescere il tempo scuola significherebbe pure aumentare il numero dei prof di almeno un terzo rispetto all’organico, consentendo così a tanti di disfare quelle valigie e rimanere a casa per mettere le loro intelligenze e il loro sapere a servizio della nostra Isola, di “Diventerà bellissima”.
Ma ti dico anche qualche altra cosa: moltissimi dirigenti scolastici ogni giorno, invece di badare alla didattica e curare il lavoro dei loro insegnanti, sono costretti a pellegrinaggi infiniti nelle sale dei sindaci o dei responsabili di ciò che resta delle famose Provincie regionali, per chiedere presunte banalità, che però sono dei veri macigni lungo il loro percorso, banalità relative all’efficienza delle strutture: bagni rotti, riscaldamenti obsoleti, aule candenti, intonaci a pezzi ecc. ecc.
Per questo caro Presidente ti invito a prendere a cuore i problemi della scuola siciliana, anche perchè sai che moltissimi voti ti derivano, non già dalla appartenenza politica, ma dalla stima personale che hai saputo mietere durante il corso della tua vita di amministratore.
I tagli alla scuola
Infatti mi permetto ricordarti che il taglio più spaventoso alla scuola, dalla fondazione della Repubblica a oggi, fu dovuto proprio alla coalizione di Centrodestra che ora ti ha appoggiato, con una accettata netta di 8 miliardi di euro in un solo colpo, mentre il ministro del Tesoro del tempo sibilava che la “cultura non dà pane”, si inseguivano i neutrini nei tunnel e si contrabbandava un “riordino” come riforma “epocale” ma al solo scopo di mandare a casa migliaia di insegnanti.
Permettimi allora, e a conclusione di questa lettera aperta, di augurarti buon lavoro, proficuo e lungimirante, invitandoti pure ad accogliere, non solo le mie personali congratulazioni, ma anche quelle che ti formulo a nome dell’intero staff della “Tecnica della scuola”; congratulazioni sentite per il risultato ottenuto e auguri affinché l’auspicio di farla diventare “bellissima” questa nostra Sicilia si trasformi in realtà, tangibile e concreta per il futuro nostro ma soprattutto dei nostri nipoti.
Pasquale Almirante