Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, torna a parlare di don Lorenzo Milani, il prete educatore che negli anni che precedettero il Sessantotto, avviò un processo di revisione nella scuola e nella chiesa, tante vote mettendosi contro l’una e conto l’altra, pur di difendere i suoi ragazzi per i quali si impegnò tutto affinché uscissero dal loro stato di segregazione e di emarginazione e divenissero sovrani di una società più giusta.
L’occasione gli è stata data dalla visita nel Mugello per un primo bilancio di un progetto, avviato nel 2004, come nuovo modello di comunità di accoglienza e di integrazione delle famiglie degli immigrati. Un progetto pilota che si presenta come un vero e proprio villaggio impostato su un’idea nuova di integrazione degli extracomunitari .
È stato lì che il Presidente Bertinotti – dopo avere dichiarato, fra l’altro, che la Camera dei Deputati deve essere considerata non come una casa d’avorio, ma come la ‘casa del popolo’, cioè come il luogo dove si discute delle cose che interessano gli Italiani – ha visitato quella che è stata la scuola di Barbiana.
“Verso don Milani, ha dichiarato, il Paese ha un grande debito. La sua Lettera a una professoressa dovrebbe essere letta in tutte la scuole a iniziare dalla scuola primaria”.
Per Bertinotti è stato da Barbiana che è partito quel messaggio innovatore per una scuola aperta agli umili e ai più disagiati.
“La lezione dei priore di Barbiana, ha concluso Bertinotti, deve ancora essere messa a frutto. Partire dalla lettura della Lettera a una professoressa potrebbe rappresentare il primo passo”.