La stagione contrattuale è entrata nel vivo. La Tecnica della Scuola, come di consueto, ha aggiornato i lettori con notizie tempestive e approfondimenti.
La ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, punta a chiudere il contratto entro dicembre.
La strada che porta alla firma del rinnovo entro il 31 dicembre è però in salita.
Diverse le questioni in ballo. Una riguarda il bonus 80 euro del governo Renzi (valido per tutti i dipendenti pubblici e privati che guadagnano meno di 26mila euro l’anno). L’aumento contrattuale previsto da 85 euro lordi “rischiava” di far perdere il bonus. Il governo lo ha risolto innalzando la soglia: nella manovra c’è il provvedimento che alza l’asticella da 26.000 a 26.600.
Una soluzione che “salva” il 70% dei dipendenti pubblici coinvolti, 225mila. Per l’altro 30%? La soluzione sarebbe semplice, innalzare ancora l’asticella, a 27.000, ma servirebbero altri 100 milioni oltre ai già 210 stanziati.
Il governo, però, secondo quanto riportano diverse indiscrezioni giornalistiche, punta a dare di più a chi guadagna di meno e viceversa. Dunque ci sarà il disco verde per un aumento a forfait fino a una certa soglia di reddito (per esempio 27.000), riducendolo leggermente per chi sta sopra questa soglia.
SCUOLA – Per ogni dipendente pubblico, in base all’accordo tra governo e sindacati, ci sarebbe un aumento medio del 3,48%, una media di 85 euro. La media, però, è stata calcolata sulla base di tutti i dipendenti pubblici che però hanno retribuzioni medie diverse (enti locali e scuola ad esempio).
Se si applicasse il 3,48% alla scuola l’incremento sulle buste paga sarebbe di 70 euro e non 85. Dunque come si va a risolvere la situazione? Servirebbero altre risorse, quantificabili in 300 milioni di euro e si è a lavoro per soddisfare questa richiesta.
Il governo, però, ha fretta di chiudere, per poter dare gli aumenti prima delle elezioni politiche, verosimilmente a marzo.