Come fatto di cronaca la notizia ha fatto il giro nel mondo su tutti i più grandi mass media; come indizio della società moderna che trova ancora non poche difficoltà a organizzare una scuola a misura dei migliori traguardi è risultata un po’ alquanto oscurata da altre considerazioni.
Di che cosa si tratta è presto detto: la Cina ha sperimentato in classi separate l’educazione dei figli dei contadini e di quelli dei cittadini.
Contrariamente a quanto era avvenuto nel corso della cosiddetta “rivoluzione culturale”maoista dei decenni passati, in cui i figli delle classi urbane erano inseriti nelle classi dei contadini, per una migliore e più efficace integrazione, oggi la tendenza è completamente contraria: i figli dei contadini vengono…confinati in classi separate. Con il rischio di finire emarginati e segregati.
Si tratta di iniziative sperimentali in alcune scuole dette di frontiera della città di Wuhan, nella Cina Centrale, dove l’anno scorso il preside è stato autorizzato a formare otto classi di soli figli di contadini, separati per la prima volta nella storia del Paese, dai coetanei figli di cittadini.
I risultati, alla verifica che ne è stata fatta, sono stati considerati abbastanza soddisfacenti tanto che a decorrere dal prossimo anno scolastico saranno dieci le scuole a creare classi separate a seconda della provenienza dei nuovi iscritti: da una parte i contadini e dall’altra i cittadini.
La notizia è stata data dai maggiori quotidiani del mattino di Pechino ed ha creato non poche proteste da parte dei genitori contadini che vi hanno letto una grande umiliazione per i loro figli. Anche taluni politici si sono interessati della faccenda e pur condividendo il fine, hanno riprovato il mezzo.
La città prescelta per la sperimentazione conta 289 istituti scolastici e quasi centomila studenti provenienti dalle aree agricole e rurali.
In Cina, oggi sono ottocento milioni i contadini contro un miliardo e trecento milioni gli abitanti delle arre urbane.
Il problema è quello di domandarsi che senso ha oggi portare avanti una qualsiasi separazione in campo educativo nel nome della provenienza sociale o di altri elementi se da decenni è stato dimostrato che è l’integrazione, più che la separazione, delle diversità a favorire i processi di socializzazione, di crescita e di apprendimento.
La sperimentazione avviata nella Cina di oggi fa il paio con quell’altra avviata appena l’anno scorso in alcune scuole di taluni Stati americani dove è stata proposta, e avviata, l’educazione dei maschi separata da quella delle femmine, negando il valore della coeducazione dei sessi nel nome di un maggiore rendimento delle alunne educate in ambienti esclusivamente femminili.
Per tornare alla…segregazione proposta oggi in Cina, secondo i sostenitori, le lacune dei figli dei contadini quando giungono in città tendono a moltiplicarsi tanto che, alla distanza, in loro maturerebbe un senso di inferiorità, rispetto ai loro coetanei cittadini, che giunge persino alla perdita dell’autostima.
La verità è che solo qualche decennio addietro nella Repubblica Popolare le…migrazioni andavano a rovescio: erano i cittadini (studenti, intellettuali, professionisti e insegnanti) ad essere portati negli ambienti rurali con viaggi nelle campagne più vicine per imparare dalle masse la coscienza rivoluzionaria.
La retorica maoista vedeva i contadini come costruttori della nuova Cina, come gli unici capaci di …purgare la nuova società cinese dagli errori del capitalismo. Dopo appena un quarto di secolo si scopre che sono le élites delle città a dover dettare gli indirizzi per l’elevazione della società del futuro!