Ancora polemiche in merito ai diplomati magistrali. Le parole dell’ispettore Max Bruschi stanno letteralmente facendo il giro del web, alzando un polverone di critiche che fortificano il muro fra i diplomati magistrali e i loro “detrattori”, cioè i colleghi, in primis i laureati in scienze della formazione primaria, che hanno salutato positivamente l’esito della sentenza del’Adunanza Plenaria.
Cangemi chiede rispetto per chi fa funzionare la scuola
Ad entrare a gamba tesa sull’ispettore Max Bruschi, che ha giudicato positivo l’esito dell’Adunanza Plenaria, è il responsabile scuola del Partito Comunista italiano, Luca Cangemi, che lo attacca senza mezzi termini: “un personaggio come Max Bruschi, tuona Cangemi, che ha partecipato alle disastrose scelte politiche sulla scuola di questi anni, dovrebbe usare prudenza e soprattutto rispetto per le persone che le scuole le fanno funzionare, nonostante le condizioni spesso inaccettabili in cui sono costrette a operare. Invece il signor Bruschi, si lancia su Facebook in aspre considerazioni a difesa della sentenza della Plenaria del Consiglio di Stato, che ha colpito duramente le legittime speranze di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici”.
L’esperienza non conta nulla?
Particolarmente infuocate le parole del responsabile scuola del PCI sul servizio prestato dai docenti, che per Bruschi non è sinonimo di qualità dell’insegnamento: “l’affermazione che non conta nulla l’esperienza maturata in anni d’insegnamento (dallo stesso pulpito da cui si predica a ogni piè sospinto su tirocini e alternanza scuola/lavoro!), la preferenza esplicita per le scuole private, il disprezzo profondo per il mondo dell’istruzione (afflitto da “colleghite”, cioè non c’è abbastanza guerra tra poveri). Nessuna analisi seria, ovviamente, sulle responsabilità del precariato, sulle contraddizioni delle scelte sul reclutamento della buona scuola, sui tagli che devastano l’istruzione pubblica”.
“Non resta che respingere con sdegno questo intervento, conclude Luca Cangemi, e confermare la nostra volontà di lotta per i diritti dei diplomati magistrali e per un modello di scuola radicalmente diverso da quello che da anni il signor Bruschi tenta di imporci”.
Cobas: l’anno di prova vale più di un concorso!
In mattinata, è arrivato anche il commento Cobas, che tramite un comunicato ha spiegato la propria posizione.
Prima di tutto, il sindacato guidato da Piero Bernocchi ha fatto sapere che parteciperà allo sciopero dell’8 gennaio, chiedendo che una delegazione di diplomati/e magistrali venga ricevuta dalla Ministra Fedeli.
Entrando nel merito della questione, Cobas parla di “una sentenza ingiusta, spietata e intollerabile, che gioca con la vita di decine di migliaia di lavoratori/trici: così come è insopportabile che il MIUR e il governo non abbiano voluto risolvere un problema serissimo non solo per i lavoratori/trici coinvolti ma per tutta la scuola italiana che di questi docenti non può assolutamente fare a meno”.
Inoltre, “se i tribunali dovessero far decadere tutte le supplenze e le immissioni in ruolo, la scuola primaria e quella dell’infanzia entrerebbero in un caos totale. Il problema è strettamente politico: è intollerabile che i diritti dei lavoratori/trici vengano vanificati dai tribunali”.
Il commento Cobas è quindi piuttosto deciso, teso a sostenere la battaglia dei diplomati magistrali che ricordano: “Chi è stato immesso in ruolo dovrà mantenere il proprio posto.
Per chi ha già fatto l’anno di prova, esso vale molto di più di un concorso abilitante. Chi è inserito con riserva nelle GAE deve poter mantenere la propria posizione, così come chi ha avuto un incarico annuale“.