Home Attualità Contratto scuola, l’aumento di 85 euro è valido anche per i precari

Contratto scuola, l’aumento di 85 euro è valido anche per i precari

CONDIVIDI

Nella giornata di oggi, 4 gennaio, c’è stato il secondo round in merito alla trattativa sul rinnovo del contratto scuola, incontro che per il momento non ha riportato novità in merito.

A proposito del contratto scuola, facciamo chiarezza su un punto che forse non è chiaro a tutti, dato che arrivano domande in redazione e chiedono: con il rinnovo del contratto e il relativo aumento di 85 euro lordi, cifra stabilita nell’accordo del 30 novembre 2016, sarà valido solo per gli assunti in ruolo o anche per i precari?

Ricordiamo che il trattamento economico, i diritti e i doveri dei supplenti, ovvero lavoratori con contratto a tempo determinato, sono regolati dal contratto nazionale di lavoro del comparto scuola statale  in misura eguale rispetto ai colleghi di ruolo. Pertanto, a maggior ragione che il rinnovo del contratto sarà per lo più di natura economica, quindi andrà a toccare solo l’aspetto retributivo, risulta evidente che l’aumento previsto di 85 euro lordi sarà valido anche per chi stipulerà contratti di lavoro in una data successiva al rinnovo contrattuale.
Quello che non spetta ai supplenti sono gli arretrati, che verranno maturati solo dai docenti assunti a tempo indeterminato.

Inserire i fondi del bonus merito e carta del docente per il rinnovo del contratto scuola

Per garantire un aumento medio di più di 85 euro lordi medi al mese (la quota base stabilita dal governo in base agli accordi di Palazzo Vidoni del novembre 2016, 45 euro netti) potrebbe essere necessario destinare i fondi previsti dalla legge 107/2015 per quanto riguarda il bonus merito (200 milioni) e carta del docente (il bonus da 500 euro, altri 380 milioni).

Queste aggiunte permetterebbero di far aumentare gli stipendi più alti fino  a 130-140 euro lordi al mese, anche se rimarrebbe irrisolto il problema degli stipendi più bassi.

I sindacati premono in questa direzione, ma l’amministrazione centrale non è convinta: sarebbe sconfessato l’impianto della Buona Scuola tanto caro all’ex premier Matteo Renzi e al Partito Democratico.

Attenzione, però. Attualmente i 500 euro di bonus per l’aggiornamento professionale i docenti se li ritrovano netti nella famosa carta con cui fare gli acquisti (anche se per un tempo determinato). Se fossero inseriti, invece, nella parte tabellare dello stipendio, destinati per l’aumento contrattuale, sarebbero 250 euro nette (tolte le tasse e contributi previdenziali (sarebbero, però, per sempre).

La Tecnica della Scuola, dunque, chiede ai propri lettori. Siete d’accordo a destinare le somme per bonus merito e carta del docente per gli aumenti contrattuali? Non resta che votare il sondaggio.