Interessante approfondimento su Left per quanto riguarda la scuola. Spazio all’intervista a Massimo Baldacci, pedagogista, coordinatore del gruppo teorico della Società italiana di pedagogia: “La legge 107 presenta un impianto gravemente riduttivo e unilaterale. Non si mira alla formazione completa dell’essere umano come cittadino, produttore e persona autonoma intellettualmente e moralmente. La scuola è vista solo come una fabbrica di produttori equipaggiati di un adeguato capitale umano, e quindi asservita al sistema economico, anziché diretta allo sviluppo civile e democratico del Paese. Pertanto, la legge 107 non va semplicemente corretta, ma abolita. La deriva verso la scuola neoliberista è iniziata agli inizi del nuovo secolo, con l’avvento dei governi di centrodestra. La Buona scuola rappresenta l’esito di questo processo”.
Sempre su Left spazio anche a un lungo articolo sulla Buona Scuola e le proposte dei partiti. Alessia Petraglia di Liberi e uguali, che nel 2015, come senatrice di Sinistra italiana, ha lottato duramente contro la Buona scuola: “A pagare è ancora la figura dell’insegnante che aveva bisogno di essere valorizzata con motivazioni nuove e anche economicamente, visto che il famoso aumento di stipendio sarà minimo, mentre noi invece avevamo proposto di aumentarlo di 400 euro come per i dirigenti scolastici, adeguandolo agli standard europei”.
Sull’alternanza scuola/lavoro, invece, risponde il M5S con Gianluca Vacca: “Nei licei l’alternanza scuola lavoro non ha senso, perché lo sbocco naturale è l’università, per i tecnici si tratta di ripristinare le ore che erano previste prima della 107 e di aumentare i fondi per migliorare la qualità e garantire strutture di supporto per le scuole e per le aziende. È una formazione in azione, più didattica e meno aziendale da realizzarsi in una scuola che secondo noi deve essere aperta al territorio”.