La scuola, anzi la “Buona Scuola” entra prepotentemente nel dibattito della campagna elettorale. Tutto nasce dalla lunga intervista rilasciata a La Tecnica della Scuola da Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e candidato premier del Movimento Cinque Stelle. Le parole dell’esponente pentastellato sono state riprese anche dal blog ufficiale “Beppe Grillo” con il titolo “Così cambieremo in meglio la scuola italiana”.
La risposta del Partito Democratico non si è fatta attendere e su Facebook l’ex premier Matteo Renzi, ha risposto colpo sul colpo alle parole di Luigi Di Maio. Le parole dell’attuale segretario del PD hanno innescato una contro-risposta del M5S che subito ha risposto con una nota di Silvia Chimienti.
Anche altri esponenti del Partito Democratico sono “scesi in campo” nella polemica tra Di Maio e Renzi.
“Viva il precariato, torniamo a scuole meno sicure, inventiamoci cifre e numeri a casaccio. E’ in sintesi il programma del M5S sulla scuola, illustrato oggi da Di Maio”. Così Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione a Palazzo Madama. “Abolire la legge sulla scuola – sottolinea il parlamentare dem – voluta dal governo Renzi infatti vuol dire questo. La buona scuola ha consentito di assumere circa 130 mila nuovi insegnanti, di avviare un piano di edilizia scolastica da quasi 10 miliardi, di rilanciare la scuola dell’infanzia, di prevedere aumenti nel nuovo contratto della categoria e di finanziare la card di 500 euro per l’aggiornamento professionale”.
A rispondere alle parole di Luigi Di Maio, ci pensa anche Simona Malpezzi, responsabile Scuola del Partito Democratico: “Caro di Maio smantellare fa rima con tagliare: il vostro progetto quindi é quello di mandare a casa 132 mila maestri assunti dai governi del Pd. Ne prendiamo atto. La scuola – continua – non ha bisogno di slogan ma di fatti: con la legge 107 noi abbiamo assunto precari, pensato a quelli che sono rimasti fuori, investito quattro miliardi, lanciato la scuola verso la sfida della didattica innovativa (1 miliardo nel piano nazionale scuola digitale), promosso la formazione dei docenti, investito in edilizia scolastica. Alle nostre proposte con risorse avete sempre votato contro. Poi ci dite che volete smantellare una legge che contiene il più grande investimento sulla scuola che sia mai stato fatto”. “La verità è una sola: smantellare significa tagliare. E su questo non abbiamo dubbi”, conclude.