Cresce sensibilmente l’uso dei psicofarmaci tra le fasce d’età più tenere, soprattutto nel nostro Paese.
A sottolinearlo è stata l’associazione “Giù le mani dai bambini”, assieme ad altri esperti di oltre cento associazioni in rappresentanza dei 230 mila addetti ai lavori in questo settore, durante una conferenza stampa tenuta a Roma in cui è stata lanciata una campagna proprio contro la somministrazione di psicofarmaci ai minori. I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni equivoche: in cinque anni le prescrizioni di psicofarmaci fatte da medici che operano in Italia sono aumentate del 280%; nello stesso periodo, anche negli Usa, dove i bambini in terapia sono oltre 11 milioni, l’aumento è stato considerevole ma solo del 150%.
Nel nostro Paese sono già trentamila i bimbi che assumono psicofarmaci, secondo lo studio del “Mario Negri”, ma potrebbero diventare settecentomila, secondo le stime del ministero della Salute che indica in questa cifra bambini affetti da disturbi psichici. “Ciò vorrebbe dire, se il dato risultasse esatto ma io non lo credo – ha detto Luca Poma, portavoce di “Giù le mani dai bambini” – che ogni cento bambini italiani, nove sono candidati ad assumere psicofarmaci.
Il che vuol dire che in ogni classe materna o media almeno 2,5 bambini dovrebbero essere curati con questi farmaci particolari”. Gli esperti, quindi, si rivolgono direttamente ai ministri Turco e Fioroni presentando una lettera aperta su un “decalogo di buone prassi”: un tavolo sul fenomeno delle prescrizioni indiscriminate degli psicofarmaci da utilizzare come ultimissima risorsa terapeutica e rafforzare tutte le strade alternative a ciò; e ancora, informazione alle famiglie sui rischi e anche un ‘black box’, cioè il riquadro nero sulle confezioni come quello per le sigarette, che evidenzi gli effetti collaterali più pericolosi. un sondaggio su 1.600 italiani tra i 16 e i 65 anni, sugli psicofarmaci ai bambini, è risultato che il 97% ha espresso il proprio diniego. A tal proposito anche le istituzioni non sembrano insensibili a fenomeno: non è di molto tempo fa la decisione di istituire un centro di eccellenza in ogni regione per prevenire gli abusi di psicofarmaci nei piccoli. I dati però dicono che il fenomeno rischia lo stesso di prendere il largo.
A sottolinearlo è stata l’associazione “Giù le mani dai bambini”, assieme ad altri esperti di oltre cento associazioni in rappresentanza dei 230 mila addetti ai lavori in questo settore, durante una conferenza stampa tenuta a Roma in cui è stata lanciata una campagna proprio contro la somministrazione di psicofarmaci ai minori. I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni equivoche: in cinque anni le prescrizioni di psicofarmaci fatte da medici che operano in Italia sono aumentate del 280%; nello stesso periodo, anche negli Usa, dove i bambini in terapia sono oltre 11 milioni, l’aumento è stato considerevole ma solo del 150%.
Nel nostro Paese sono già trentamila i bimbi che assumono psicofarmaci, secondo lo studio del “Mario Negri”, ma potrebbero diventare settecentomila, secondo le stime del ministero della Salute che indica in questa cifra bambini affetti da disturbi psichici. “Ciò vorrebbe dire, se il dato risultasse esatto ma io non lo credo – ha detto Luca Poma, portavoce di “Giù le mani dai bambini” – che ogni cento bambini italiani, nove sono candidati ad assumere psicofarmaci.
Il che vuol dire che in ogni classe materna o media almeno 2,5 bambini dovrebbero essere curati con questi farmaci particolari”. Gli esperti, quindi, si rivolgono direttamente ai ministri Turco e Fioroni presentando una lettera aperta su un “decalogo di buone prassi”: un tavolo sul fenomeno delle prescrizioni indiscriminate degli psicofarmaci da utilizzare come ultimissima risorsa terapeutica e rafforzare tutte le strade alternative a ciò; e ancora, informazione alle famiglie sui rischi e anche un ‘black box’, cioè il riquadro nero sulle confezioni come quello per le sigarette, che evidenzi gli effetti collaterali più pericolosi. un sondaggio su 1.600 italiani tra i 16 e i 65 anni, sugli psicofarmaci ai bambini, è risultato che il 97% ha espresso il proprio diniego. A tal proposito anche le istituzioni non sembrano insensibili a fenomeno: non è di molto tempo fa la decisione di istituire un centro di eccellenza in ogni regione per prevenire gli abusi di psicofarmaci nei piccoli. I dati però dicono che il fenomeno rischia lo stesso di prendere il largo.