La scuola entra di nuovo nell’agenda del Governo: al summit di Caserta il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni presenta una proposta che nell’arco di un paio di anni dovrebbe cambiare il volto del sistema scolastico del Paese.
Scuole trasformate in Fondazioni o meglio riscrittura del regolamento di contabilità in modo da consentire alle Istituzioni scolastiche di avere gli stessi vantaggi fiscali di cui godono ora le Fondazioni.
In pratica questo significherebbe che i privati che offrono contributi alle scuole potrebbero dedurre l’importo del contributo dal reddito imponibile.
A parte il fatto che una norma di questo genere dovrebbe stare dentro una legge finanziaria, l’idea sembra interessante a molti (Andrea Ranieri, responsabile scuola dei DS, e Albertina Soliani, senatrice della Margherita, si sono già espressi a favore) ma raccoglie anche altrettanti veti (Pietro Folena di Rifondazione, presidente della Commissione Istruzione della Camera, teme che questa sia esattamente la strada per arrivare alla privatizzazione della scuola pubblica e per trasformare definitivamente la scuola in una azienda).
Mosso dall’entusiasmo della singolare idea, il Ministro Fioroni si lascia prendere un po’ la mano affermando che “la recente legge finanziaria prevede l’autonomia finanziaria delle scuole”, mentre, come è noto, l’autonomia finanziaria esiste già dal 2001.
Ma Fioroni tenta di andare anche oltre suggerendo la possibilità che i Consigli di Istituto nominino al proprio interno un comitato esecutivo che affianchi il dirigente scolastico nella gestione dei fondi; non solo: secondo il Ministro sarà possibile che di tali Comitati facciano parte rappresentanti delle autonomie locali, del mondo dell’impresa e del terzo settore.
A dire il vero questa proposta non è del tutto nuova e anzi è espressamente prevista già dal 15° comma dell’art. 1 del decreto legislativo n. 226/2005 relativo alla riforma del sistema secondario di secondo grado.
La norma in questione prevede infatti la nascita dei “Poli formativi” comprendenti sia i percorsi dei licei sia percorsi di istruzione e formazione professionale.
Il funzionamento di tali Poli dovrebbe essere regolato da apposite convenzioni che – recita la legge – “prevedono modalità di gestione e coordinamento delle attività che assicurino la rappresentanza delle istituzioni scolastiche e formative interessate, delle associazioni imprenditoriali del settore economico e tecnologico di riferimento e degli enti locali”.
Dopo la conferma dei percorsi sperimentali triennali da realizzarsi in collaborazione con il sistema di formazione professionale delle Regioni richiamata nella recente circolare sulle iscrizioni per il 2007/2008, un altro aspetto importante della Riforma Moratti viene così “riabilitato” dal ministro Fioroni.
E c’è da credere che le proteste della sinistra radicale e di Cgil-Flc non avranno molto peso: fino a questo momento, infatti, Fioroni è andato avanti con operazioni di aggiustamento molto modeste rispetto all’impianto morattiano, in qualche caso ha addirittura confermato pezzi significativi dell’impianto precedente, incurante delle critiche provenienti dalla stessa maggioranza o dalle forze sindacali che hanno apertamente sostenuto l’Unione nel corso della campagna elettorale.