Si è detto pentito il genitore che sabato scorso ha aggredito e picchiato il vice-preside dell’istituto “Murialdo” di Foggia procurandogli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni: a distanza di alcuni giorni, in attesa di conoscere il suo destino nei confronti della giustizia, l’uomo, che si era recato a scuola durante l’orario di ricevimento riversando la sua rabbia sul docente, si è scusato tramite il suo avvocato e fa sapere di essere pentito.
L’avvocato: presto manderemo una lettera di scuse a tutti
“Il mio assistito – ha dichiarato il legale del genitore, Antonietta de Carlo – è pentito e chiede scusa a tutti. Non aveva intenzione di colpire il professore; non sa cosa gli sia accaduto”.
“E’ profondamente pentito – ha detto ancora l’avvocato – e per questo chiede scusa a tutti. E lo faremo anche ufficialmente con una lettera”.
Ad oggi nessun provvedimento cautelare
“Per il momento – ha specificato l’avvocato all’Ansa – abbiamo pensato di evitare che si incontrino, facendoci precedere dalla lettera di scuse per il gesto che il mio cliente ha compiuto nei confronti del professore. E’ sinceramente pentito per l’aggressione che forse è scaturita dal pianto del figlioletto che ha riferito di essere stato strattonato dal vicepreside. Un gesto, poi, senza dubbio spropositato, del quale si è pentito e per il quale vuole chiedere scusa”.
A proposito di eventuali ripercussioni a livello giudiziario, l’avvocato De Carlo ha dichiarato che il suo cliente “non è stato raggiunto da nessun provvedimento cautelare”.
Il rimprovero era scattato per tutelare l’incolumità degli altri ragazzi
Ricordiamo che l’aggressione è nata perché il vicepreside venerdì scorso “aveva rimproverato l’alunno perché spingeva e rischiava di far cadere le compagne in fila davanti a lui. Per tutelare l’incolumità degli altri ragazzi, l’alunno è stato preso per il braccio e allontanato dalla fila”.
Tornato a caso, l’undicenne avrebbe però raccontato la sua “versione”: ovvero che il professore lo aveva strattonato con violenza, sbattendolo contro il muro.Il giorno dopo, così, il padre del ragazzo, senza verificare se il racconto del bambino fosse completo, non è ha voluto avere alcuna spiegazione. E si è fatto giustizia a modo suo.
Vacilla il ‘patto di corresponsabilità’?
Come abbiamo già scritto in un altro articolo su questa testata giornalistica, l’alto numero di casi – che sistematicamente ricevono unanimi critiche a livello istituzionale e di opinione pubblica – comincia a porre qualche dubbio sull’alleanza che dovrebbe innescarsi tra le due figure chiave della scuola – docenti e genitori – per permettere una serena crescita formativa degli studenti.
Quello che in gergo scolastico si chiama ‘patto di corresponsabilità’ tra famiglie ed istituzione scolastica, appare sempre più un concetto in discussione, prima ancora che un contenuto incluso nei Ptof di tutti gli istituti scolastici. Se non in crisi.