L’articolo apparso sulla Tecnica della scuola del 20 febbraio 2018 dal titolo “L’autonomia ha portato alla scuola-azienda: dalla L.59/97 alla L.107/15. Il 22 febbraio convegno a Roma” è fuorviante.
Non si commetta l’errore di confondere il bene prezioso dell’autonomia conferita alle scuole a cominciare dalla legge 59/97, processo ancora tuttora da attuare, con la logica dell’aziendalizzazione delle scuole che ha caratterizzato le ultime riforme della scuola. E’ la politica liberista e non l’autonomia che ha caratterizzato le scuole come aziende.
Condivido l’appello per la scuola pubblica e molti temi ivi espressi, dalle perplessità sul concetto di competenza oggi di moda rispetto a quello di conoscenza, alla critica della valutazione dell’INVALSI ,dalla considerazione polemica sull’innovazione tecnologica vista acriticamente dal Ministero dell’Istruzione come panacea di tutti i mali per coinvolgere la disattenzione degli alunni alla generalizzazione dell’alternanza scuola-lavoro persino ai licei!
Ma si sono sottovalutate, secondo me, due aspetti deleteri dell’aziendalismo applicato alla scuola di cui non si parla nell’appello: l’abolizione della platea scolastica che ha messo in concorrenza le scuole e ha creato le scuole-ghetto con fuga degli alunni migliori nelle scuole considerate migliori; il dimensionamento scolastico che ha portato i dirigenti scolastici a governare più scuole e a trascurare necessariamente l’aspetto didattico per curare quello amministrativo o manageriale che dir si voglia.
Di tutto questo parlo nel libro da me scritto “Il Preside dei Quartieri Spagnoli” ,Il Mio libro editore. Spero che mi sia consentito di farmi un poco di pubblicità.
Eugenio Tipaldi