Il cammino delle “sezioni primavera” è sempre più in salita.
L’ultimo altolà arriva nientemeno che dal Coordinamento per le politiche dell’infanzia e della scuola, di cui fanno parte FLC Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals, Cidi, Mce, Aimc, Andis e Fnism.
La posizione del Coordinamento è emersa nel corso dell’audizione svoltasi di fronte alla Commissione che ha elaborato i documenti che disegnano la cornice culturale dentro cui iscrivere le nuove indicazioni nazionali.
Al termine dell’incontro il Coordinamento ha consegnato un documento che si conclude in modo significativo: “Sui servizi educativi per la prima infanzia, ovvero prima dei 3 anni, si propone l’avvio di approfondimenti su soluzioni adottate in ambito europeo. La pluralità delle esperienze educative vanno realizzate nel segno della qualità senza snaturare la specificità della scuola dell’infanzia, rigorosamente per noi quella fra i 3 e i 6 anni”.
Si tratta di un chiaro stop alla previsione del comma 630 della legge finanziaria di aprire nella scuola dell”sezioni primavera” per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi.
Si tratta di un chiaro stop alla previsione del comma 630 della legge finanziaria di aprire nella scuola dell”sezioni primavera” per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi.
“I nuovi servizi – precisava infatti la legge finanziaria – possono articolarsi secondo diverse tipologie, con priorità per quelle modalità che si qualificano come sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell’infanzia, per favorire un’effettiva continuità del percorso formativo lungo l’asse cronologico 0-6 anni di età”.
Sulla materia il Ministero ha già aperto in sede di Conferenza unificata il confronto con i rappresentanti degli Enti Locali e delle Regioni che finora hanno manifestato un chiaro interesse per il progetto.
La posizione che sta assumendo il Coordinamento appare peraltro in controtendenza con decisioni precedenti, per esempio con lo stesso protocollo d’intesa siglato più di un anno fa con l’Anci che prevedeva espressamente la “possibilità di formare sezioni con età omogenea compresa tra i 2 anni e mezzo e i 3 anni e mezzo, con un rapporto bambini educatori che tenga conto della legislazione regionale per i servizi alla prima infanzia (0-3 anni)”.
Difficile capire fino in fondo le motivazioni di questo passo indietro del Coordinamento, ma probabilmente nelle prossime settimane, quando il tema verrà ripreso dalla Conferenza unificata, le reciproche posizioni si chiariranno e soprattutto si saprà se a partire da settembre la sperimentazione potrà prendere avvio.