A breve, lascerà il Miur con qualche rammarico: la ministra dell’Istruzione uscente, Valeria Fedeli, lo ammette parlando alla trasmissione radiofonica della Rai “Un giorno da pecora”. Ed entra anche nel merito di quello che avrebbe voluto realizzare: l’assegnazione di docenti madrelingua, dalla primaria alle superiori.
Andrebbe fatto anche alle superiori
“Bisognerebbe rendere obbligatorie le lezioni di inglese fin dalle primarie con insegnanti madrelingua e questo andrebbe fatto anche alle superiori: è una parte di innovazione che non ho avuto tempo di introdurre ma che farei”.
La ministra non ha spiegato, però, come avrebbe collocato le diverse decine di migliaia di attuali docenti di inglese, di ruolo e non, che non sono madrelingua ma comunque laureati in lingue stranieri, abilitati all’insegnamento e spesso che lunga esperienza alle spalle.
Un intervento normativo, probabilmente, sarebbe necessario e prioritario alla primaria, dove una larga parte dei maestri d’inglese è stato specializzato, dopo la riforma Gelmini, solo con qualche decina di ore di formazione.
Da quest’anno l’inglese presente anche nelle prove Invalsi
La responsabile del Miur ha quindi parlato dei nuovi test Invalsi e del ruolo maggiore assunto proprio dalla lingua d’Oltremanica: “C’è una novità quest’anno nei test Invalsi – ha sottolineato -: non c’è solo la verifica di italiano e matematica ma anche di inglese, e questo è importante”. Sull’informatica, invece, Fedeli ha ricordato di essersi “già attivata con una commissione di esperti che ha implementato le indicazioni nazionali”.
Sugli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, invece, la senatrice Fedeli ha spiegato che “per la maturità non è ancora tutto fatto ma abbiamo già predisposto l’accompagnamento degli studenti per gli esami. La prova Invalsi sta andando bene, ed è importante”.
Affari “correnti” al Miur sempre in corso
Alla trasmissione del 6 aprile ha partecipato anche la conduttrice Martina Colombari, che si è rivolta alla titolare del Miur per chiedere consiglio su come si fa ad appassionare i figli allo studi, poiché il figlio 14enne che non sembra avere troppa voglia di studiare. “Non va bene che i ragazzi non si appassionino alla scuola”, ha replicato la ministra.
Poi, ha tenuto a dire che in attesa della formazione del nuovo Governo, con i leader di partito che al momento non sembrano avere messo i problemi dalla Scuola tra le priorità da affrontare, al Ministero dell’Istruzione “gli affari ‘correnti’ sono sempre in corso”.