L’ADI (Associazione docenti italiani) si vede ridotti i distacchi previsti dalla legge del 1998 e non ci sta: con un ampio e documentatissimo dossier pubblicato nel proprio sito, la combattiva associazione presieduta e animata da Alessandra Cenerini, mostra non solo l’arbitrarietà (se non addirittura l’assenza) dei criteri utilizzati dal Ministro per assegnare i distacchi, ma anche le storture e gli sprechi dell’intero meccanismo.
Intanto c’è il fatto inconfutabile che di tutte le Associazioni che fanno parte del Forum nazionale riconosciuto dal Ministero, solo l’ADI, quest’anno, risulta penalizzata, passando da due a un solo distacco; tutte le altre o mantengono le posizioni o addirittura le migliorano: l’Aimc e l’Uciim mantengono 9 distacchi ciascuna, Diesse 6, Apef, Fnism e Mce 2, Disal 1; Legambiente Scuola e Formazione (cosi come l’Andis) passa da 1 a 2, mentre il Cidi va dai 10 dello scorso anno ai 12 attuali.
E mentre si fa un gran parlare della importanza della formazione scientifica dei nostri studenti vengno azzerati del tutto i posti per 3 importanti associazioni nel campo delle discipline scientifiche, Società Chimica Italia, Associazione docenti di fisica e Associazione docenti di scienze naturali, le uniche che finora godevano di distacchi ministeriali.
In compenso restano attivi numerosi distacchi di Associazioni scarsamente rappresentative del mondo della scuola: si va dallo Slow Food alla Pia Asssociazione Maschile “Opera di Maria” passando attraverso la Fondazione Carlo Donat Cattin, l’ Associazione “Annalisa Durante”, l’ Organizzazione Overseas e la Fondazione Scienze religiose Giovanni XXIII.
Ma l’indagine dell’ADI mette in luce alcuni dati quantomeno strani: la legge prevede che i distacchi vengano assegnati in base a criteri prestabiliti, che sui distacchi non concessi vi sia un provvedimento adeguatamente motivato e che sull’intera operazione il Ministro riferisca annualmente al Parlamento; secondo l’ADI, nulla di tutto questo si trova nei documenti ufficiali.
In realtà i 100 distacchi a favore delle Associazioni professionali rappresentano una minima parte dei 1700 e più distacchi che annualmente il Ministero concede (la parte del leone la fanno i 500 posti presso gli Uffici scolastici regionali e provinciali per lo sviluppo e il sostegno dell’autonomia scolastica e i 1099 distacchi sindacali). Il costo complessivo si aggira sui 70 milioni di euro che, secondo Norberto Bottani, esperto di valutazione dei sistemi scolastici, consulente scientifico dell’ADI, potrebbero essere spesi in modo più proficuo: “Numeri simili appaiono in ogni caso sovradimensionati e devono fare riflettere in primo luogo il ministro dell’economia e la Corte dei conti. In Italia si discute molto in questo periodo di tagliare sprechi nella spesa pubblica, credo non sarebbe male guardare anche a questi numeri. Si tratta di molti milioni di euro, le cui finalità sono dubbie e in grandissima misura tutt’altro che efficaci nei confronti del buon funzionamento della scuola e del più generale interesse dei cittadini”.