Le prime modifiche alla Buona Scuola arriveranno dopo l’estate, in corrispondenza dell’avvio del nuovo anno scolastico. Lo ha fatto intendere il neo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano, a margine di un convegno alla Banca d’Italia sul bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, cosa ha intenzione di fare il Governo a proposito della discussa Legge 107 del 2015.
Legge 107/15: pronti a settembre
Sulle novità da apportare alla Legge 107/15, il titolare del Miur ha assicurato: “Agiremo di conseguenza: ci stiamo organizzando per verificare gli aspetti che consentiranno di migliorare la scuola. Questo è un periodo di stasi dal punto di vista didattico, ne approfittiamo per essere pronti a settembre”.
Quali punti si andranno a toccare, però, non è ancora chiaro: è probabile che si agisca subito su chiamata diretta e alternanza scuola-lavoro. Il resto è da vedere.
Cellulari a scuola: le scuole hanno già dei regolamenti interni
Bussetti ha anche risposto su altri argomenti di attualità. A cominciare dalla legge appena approvata dall’Assemblea Nazionale di Parigi, che ha messo al bando l’utilizzo dello Smartphone in classe già dal prossimo settembre.
“La linea in Italia – ha replicato il nostro ministro dell’Istruzione – è ben definita, esistono i regolamenti d’istituto che rientrano nell’autonomia didattica, le scuole hanno già dei regolamenti interni. Sicuramente quella francese è una opportunità per riflettere sull’uso consapevole dei telefonini in classe, ben venga”.
Su questo fronte, comunque, l’impressione è che non vi siano particolari esigenze di modificare l’attuale normativa. Almeno per il momento.
Maestri con diploma magistrale: oggi la prima riunione operativa
Al responsabile del dicastero dell’Istruzione è stato anche chiesto cosa ha intenzione di fare su un altro degli argomenti più “caldi”: quello dei maestri con diploma magistrale, messi fuori della GeE dal Consiglio di Stato con una sentenza con in tanti vorrebbero superare.
“Mi sono messo al lavoro, già oggi partiamo con la prima riunione operativa”, ha detto Bussetti. Il quale, però, non si ‘sbottona’ più di tanto sulle azioni da intraprendere: “Le priorità le stiamo definendo, poi le presenteremo”.
Le ipotesi percorribili sono diverse. Ma quella più plausibile rimane la pubblicazione di un decreto che apra ad una graduatoria pre-ruolo dove fare confluire anche i laureati in Scienze della formazione primaria.
Paritarie: faremo un’analisi completa, pronti ad intervenire
Il ministro ha quindi risposto sui finanziamenti statali crescenti per le scuole paritarie, che continua ad alimentare un certo numero di proteste. Soprattutto perché per le scuole pubbliche i fondi aggiuntivi, ad esempio per il Fis, si confermano quasi dimezzati rispetto a qualche anno fa.
“Il tema delle paritarie – ha detto Bussetti – è uno dei punti che affronteremo, faremo un’analisi completa, totale. Siamo appena arrivati. Stiamo riordinando tante cose”.
“Conto di trasmettere una parola che da tempo non si usa: amore per la scuola, per l’impegno, per rimotivare tutti a far meglio; a poco a poco interverremo per soddisfare i bisogni che la scuola ha”.
“Francesco De Sanctis ha posto le base di una scuola per tutti”
Bussetti è anche intervenuto sulla figura di Francesco De Sanctis: “è stato per me un punto di riferimento, ancora più oggi con la carica che ho assunto. Voglio avere il suo stesso spirito di servizio e la stessa passione. Francesco De Sanctis ha posto le base di una scuola per tutti”.
Secondo il ministro, oggi chi opera nel mondo della scuola “deve tenere presente lo spirito di De Sanctis uno spirito attento alle varie componenti del mondo dell’educazione. Dobbiamo guardare alle istanze di cambiamento con spirito di servizio e di responsabilità. In questi giorni mi accingo ad affrontare una sfida importante in un ministero fondamentale”.
“Sono consapevole dell’importanza dei miei compiti, mi impegnerò risolvere le criticità che si presenteranno e a trovare le strategie più idonee al passo con i tempi. In questo processo saranno impegnate tutte le componenti della scuola; se vogliamo inaugurare il rilancio serve un impegno che coinvolga tutta l’Italia”, ha concluso il ministro.