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Ritrovare la maestra e i compagni (quasi) cinquant’anni dopo. E quelle profezie avverate…

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Gent.mo Direttore

In questo periodo in cui ci sono tanti episodi gravi a scuola, vorrei poter, tramite vostro, ringraziare la maestra Massari. Di recente come classe V D (1975) l’abbiamo cercata e ritrovata. Noi ora in media di età 58 anni. Un ritrovo dopo 48 anni di vita. Le abbiamo portato l’Album dei ricordi che Lei ci aveva fatto fare con foto e temi in cui ognuno di noi descriveva il compagno o la compagna e ipotizzava come saremmo stati 20 anni dopo. Devo dire che alcune “profezie” si sono pure avverate: Andrea medico, Alberto scienziato, Bruno militare, Cinzia giornalista.

Si chiama Massari, è una donna piena di garbo, di stile, dalla costituzione sottile, sempre elegante e sorridente, con un fascino alla Haudrey Hepburn. E’ nel cuore dei Suoi studenti. Dimostra, con la Sua esperienza di insegnante, che dialogo, educazione e rispetto sono le tre componenti di una corretta crescita personale grazie all’insegnamento. Una ex-allieva, Marina ha rispolverato un libretto realizzato dalla classe e intitolato “Come saremo tra 20 anni” ed ha conservato con grande maestria il libretto con foto “storiche”,  ha pubblicato su Instagram le pagine che la descrivevano ed ha realizzato un post in cui diceva che si ritrovava nella descrizione del suo carattere a distanza di anni e ha “taggato” la compagna di classe che l’aveva descritta in quinta elementare. Da ciò è partito tutto, ed è nata l’idea di andare a trovare la maestra. L’incontro è stato commovente. L’insegnante era rimasta nel cuore di tutti, anche perché, in prima elementare, al primo giorno di scuola,  si era presentata, la prima volta, alla classe con un tailleur azzurro e a tutti era sembrata una fatina …

Certo, si ricordavano episodi vari, come quando lei rincorreva attorno alla scrivania due gemelle birbanti che la facevano arrabbiare; o quando i maschi lanciavano dalle finestre i cappelli delle femmine…non eravamo certo angioletti anche all’epoca…le abbiamo portato la “penna dell’insegnante” in cui c’è scritto “ti prende per mano, ti apre la mente, ti tocca il cuore”, un “gel del buon auspicio”, dei dolci di uno storico forno omonimo “Massari”. La maestra si è commossa, ha spiegato che era stata la prima classe che aveva preso in carico e, una volta contattata al telefono, addirittura ricordava tutti i nomi dei suoi studenti e, con grande brio, ha accolto chi è andata a trovarla. Piena di spirito, di verve, di amore per il Suo lavoro, ha ricordato anche i momenti difficili. Noi abbiamo ricordato come, a volte, le avevamo fatto “perdere” la voce. La classe ha perso un compagno di classe Luigi che era rimasto nel cuore a tutti.

Minuta, elegante, garbata, interessata nel voler sapere tutto della vita dei Suoi ex studenti, è apparsa veramente commossa. Molto presente, aveva anche avvisato la figlia e la nipote, in modo che si presentassero anche loro a casa Sua, vigile e timorosa che potesse essere stata una telefonata di qualche truffatore e non dei Suoi amati discenti. E’ solo un piccolo episodio, di vita reale, che dimostra come il legame tra docente e studenti possa essere molto intenso, autentico, forte; lo è perché soprattutto alle elementari, si crea, di solito, una sintonia, una interazione reale tra famiglia e docenti. E’ proprio questa sintonia ed interazione attiva che, mano a mano, va a scemare e a mancare, dalle medie in poi, quando i genitori si allontanano dai figli, o per stanchezza, o per pigrizia, o pensando che siano in grado di gestirsi da soli, e che non sia importante più invece seguirli e mantenere un dialogo costante con i loro docenti.               

Troppe brutte notizie recenti dimostrano una mancanza di legame e rispetto tra studenti, docenti, e famiglia; certo non si può chiedere alla scuola di insegnare l’educazione, l’educazione dovrebbe essere insegnata in famiglia e nelle relazioni sociali comuni. Di sicuro la maleducazione dilagante non aiuta, i docenti che già non hanno molti alleati in questo periodo visto che ad esempio sui social, nei talk show e in diversi programmi televisivi e radiofonici vi sono troppi ospiti che urlano, si insultano. Non aiutano neppure diversi giornali in cui aumentano tanti testi sgrammaticati e maleducati con insulti e poco garbo verbale. Mentre una volta si faceva lezione con la lettura dei giornali, ora, alcuni docenti li usano per fare l’esercizio “trova l’errore”, visto che sono pieni di errori grammaticali… Tuttavia possiamo ricordare anche situazioni positive? Questa lo meritava davvero! Un grazie a tutti gli insegnanti che sanno dedicarsi con passione al loro lavoro e a quelli che resistono in questa professione che andrebbe inserita nelle professioni usuranti per la fatica sia fisica che mentale che richiede!  

Cinzia Boschiero