Il Covid-19 aveva colto di sorpresa tutta la scuola italiana nell’anno scolastico 2019-2020. Tra il febbraio e il marzo 2020 la scuola fu costretta a sospendere le attività didattiche in presenza per passare alla didattica a distanza. Gli scrutini finali dell’anno scolastico 2019-2020 hanno visto tutti gli alunni promossi, salvo rarissime eccezioni, anche con diverse insufficienze e media dei voti inferiore a 6.
Con l’OM 11 del 16 maggio 2020 nascono dei nuovi acronimi, Pai e Pia che sono figli della Dad. Gli allunni carenti in più discipline a fne anno scolastico 2019/2020 vengono promossi anche con gravi insufficienze in più di una disciplina. Per questi studenti è stato previsto l’avvio del piano individuale dell’apprendimento, noto con l’acronimo PIA.
A tal proposito bisogna ricordare che ai sensi dell’art.6, comma 1, dell’OM 11 del 16 maggio 2020, per gli alunni ammessi alla classe successiva tranne che nel passaggio alla prima classe della scuola secondaria di primo grado ovvero alla prima classe della scuola secondaria di secondo grado, in presenza di valutazioni inferiori a sei decimi, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 2, comma 2 del Decreto legislativo i docenti contitolari della classe o il consiglio di classe predispongono un piano di apprendimento individualizzato in cui sono indicati, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, ai fini della proficua prosecuzione del processo di apprendimento nella classe successiva, nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Il piano di apprendimento individualizzato (PAI) è allegato al documento di valutazione finale.
Nemmeno il tempo di prendere coscienza del PAI e del PIA, che la scuola si è bloccata nuovamente e le attività didattiche in presenza sono state nuovamente sospese per dare spazio alla nascitura Didattica Digitale Integrata.
In buona sostanza non si è fatto nemmeno in tempo a sanare le insufficienze rilevate alla fine dell’anno scolastico 2019/2020, che il ritardo apprenditivo e formativo diventa ancora maggiore nel 2020/2021.
Questo significa che gli studenti più fragili stanno accumulando ritardo formativo. E le carenze piuttosto che essere sanate vengono aggravate da una continua interruzione delle attività didattiche in presenza.
Anche tutti gli interventi di recupero delle carenze degli studenti sono stati interrotti ormai da tempo, mentre l’anno scolastico sta per arrivare al giro di boa con la fine dei primi trimestri e a gennaio dei quadrimestri.
Sulle valutazioni degli studenti dell’anno scolastico 2020/2021, sul loro diritto a recuperare le insufficienze dell’anno passato, sulla validità dell’anno scolastico, su come saranno gli scrutini finali e i prossimi esami di Stato, la Ministra Azzolina non parla e non fa nemmeno ipotesi.
Probabilmente al Ministero dell’Istruzione non vogliono prendere nemmeno in considerazione che la scuola resterà a distanza ancora per tutto dicembre e non si vuole nemmeno considerare l’eventualità che potrebbe permanere la didattica digitale anche a gennaio.
Eppure sarebbe saggio incominciare a prevedere come salvare l’anno scolastico, come recuperare le carenze degli studenti , che tipo di valutazione dare alla fine del primo trimestre o quadrimestre e quali esami di Stato saranno previsti per le scuole secondarie di II grado.
I prossimi maturandi hanno diritto di sapere se i programmi saranno semplificati, se ci saranno le prove scritte, se il credito scolastico tornerà ad essere di 40 punti o resterà di 60, se la commissione sarà composta da membri interni o se si tornerà con le commissioni miste.
Tante domande che purtroppo resteranno senza risposta, ma che meriterebbero invece la giusta considerazione da parte di chi governa il Ministero ed ha la responsabilità della gestione di milioni di studenti.
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