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A 20 anni si laurea in Giurisprudenza, è il più giovane d’Italia. “Ho iniziato le elementari a 5 anni, a 16 ero all’università”

Un percorso davvero strabiliante e promettente quello di Nicola Vernola, un ragazzo che si è appena laureato in Giurisprudenza alla Luiss di Roma a soli 20 anni, 21 il prossimo novembre. Una vera e propria impresa quella compiuta dallo studente, che dice comunque di non aver forzato nulla, di aver fatto tutto con i suoi tempi con naturalezza, mosso semplicemente dall’amore per lo studio e dalla passione per ciò di cui si occupa.

Il brillante neolaureato ha raccontato la sua storia a La Repubblica e a Il Corriere della Sera. Il neo dottore proviene da Bari, è figlio di due avvocati e ha discusso ieri la propria tesi in giurisprudenza nel profilo di diritto tributario. L’argomento? “La neutralità dell’Iva e le sue concrete applicazioni”, spiega Nicola in un video pubblicato dall’Università Luiss sui social. Si tratta di un’impresa che lo studente “ha svolto con una maturità non consueta per la sua età”, commenta Livia Salvini, professoressa di diritto tributario alla Luiss. 

“Non ho bruciato le tappe”

“Quest’esperienza – racconta –  è stata molto formativa, in primis per la possibilità che ho avuto di perseguire le mie passioni fino in fondo e di conoscere persone che le condividono, che mi hanno spronato a dare il 100% di me stesso”.

Qualcuno potrebbe obiettare al ragazzo che, probabilmente, quest’ultimo ha bruciato le tappe, negandosi momenti importanti di svago nel delicato periodo dell’adolescenza e della post adolescenza. Ma, a quanto pare, non è così, anzi. “In realtà non ho bruciato le tappe, ma gradualmente mi sono portato avanti. Ho frequentato la prima elementare a 5 anni, e a sedici e mezzo mi sono già iscritto all’università, dopo essermi diplomato alla prima sezione internazionale quadriennale del Flacco di Bari”, racconta. Ecco cosa dice a proposito del suo trasferimento nella città eterna: “Questa città è fantastica, ci sono sempre cose nuove da fare, persone da incontrare. Ho iniziato a giocare a tennis, mi sono fatto tantissimi amici, ho girato diversi posti e locali”.

Non dobbiamo quindi immaginarci Nicola come un giovane chiuso in casa, alle prese con lo studio “matto e disperatissimo”: “Molti hanno fatto il mio stesso percorso, e nessuno si meraviglia più della mia età. A me non sembra di essere troppo giovane, ho fatto tutto quello che volevo con calma e con i miei tempi. E poi studiare qui è stato il valore aggiunto: non studiavo quasi mai a casa, perché temevo di distrarmi, ma sempre fuori, spesso in ateneo, che era aperto 24 ore su 24, con gli amici, per confrontarmi, e fare pause di belle chiacchiere. La socializzazione è stata sicuramente la molla che mi ha spinto ad andare avanti senza tentennamenti, non mi sono mai sentito solo o abbandonato”, continua.

“Sul comodino ho sempre la Costituzione”

“Mia mamma mi voleva medico”, ricorda Nicola. “In casa non si parlava granché di lavoro, la passione per la Costituzione mi è venuta da solo, e infatti ce l’ho sempre sul comodino. Sogno di avere uno studio importante qui a Roma, dopo magari aver fatto un master e aver approfondito ancora il diritto tributario. E non mi dispiacerebbe anche proseguire la carriera universitaria, magari con un dottorato”.

Nicola non ha intenzione di fermarsi, magari facendo un anno sabbatico vista la sua giovane età: “No, non ce la farei a stare fermo tutto questo tempo. Magari un’estate, o un paio di mesi a Natale. Ma adesso devo darmi da fare, i master iniziano tutti in questo periodo, devo capire cosa voglio fare: non perché voglio correre, ma perché vorrei essere la versione migliore di me stesso”.

“Un po’ mi spiace andare via dall’università, sono stati gli anni più belli: ogni tanto mi viene la malinconia di aver fatto un anno in meno di liceo, di università, ma ciò che conta è vedere che le persone che ho al mio fianco vanno pari passo con me”, conclude il neolaureato.

Redazione

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