Ed è altrettanto importante, scrive Aldo Cazzullo sul Corriere, che la Resistenza sia sentita come un patrimonio della nazione, non di una fazione. C’è stata la Resistenza dei partigiani delle montagne e dei Gap in città. E c’è stata la Resistenza dei civili, delle donne, degli ebrei. Dei militari che non si arresero ai tedeschi a Cefalonia e furono fucilati a migliaia. Degli internati in Germania che preferirono restare nei lager a morire di fame piuttosto che andare a Salò a combattere altri italiani. E dei romani che a Porta San Paolo imbracciarono le armi per un tentativo impossibile ma nobile di opporsi ai tedeschi, dopo la fuga del re e l’abbandono della capitale.
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