Da settembre sempre più scuole non avranno il loro preside: con i pensionamenti si sfiorerà quota 2mila, visto che già oggi sono in questa situazione circa 1.500 istituti scolastici. E il ministero dell’Istruzione cosa fa? Procede con il concorso, ma molto lentamente: la prova preselettiva, infatti, è stata spostata luglio, facendo naufragare qualsiasi pensiero di selezione repentina e di immediata assunzione già con l’inizio del prossimo anno scolastico.
Ma cosa significa per un’istituzione scolastica non avere il suo preside? Purtroppo è una mancanza con notevoli ripercussioni, purtroppo negative. Perché il dirigente scolastico che subentra è titolare in un’altra scuola, quindi lavora, come su usa dire, con la modalità della “reggenza” (che in alcuni casi si estrinseca con un numero impressionante di plessi da seguire, anche più di dieci).
Una circostanza che pesa come un macigno, soprattutto in questo momento storico, durante il quale si sovrappongono i casi di bullismo, sia nei confronti degli studenti, sia dei docenti sia verso gli stessi presidi.
Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e rieletta alla Camera nelle ultime elezioni nel collegio uninominale di Gorgonzola, non l’ha presa bene. “Lo slittamento delle prove preselettive del concorso per dirigenti scolastici – dice la forzista – è l’ennesima conferma della colpevole inadeguatezza della burocrazia ministeriale rispetto all’emergenza educativa della scuola italiana. Il Miur piange ‘lacrime di coccodrillo’ quando esprime sdegno e preoccupazione per i gravi fatti di bullismo e non solo che stanno riguardando la scuola italiana se poi rinvia, senza la dovuta trasparenza delle motivazioni, la selezione dei dirigenti scolastici”.
Secondo Aprea, che ha lasciato da poco l’incarico di assessore all’Istruzione, Formazione e Cultura della giunta lombarda, “tutto ciò comporterà che per il prossimo anno scolastico e forse anche per quello successivo numerose scuole non avranno il dirigente titolare e a tempo pieno. Solo per fare un esempio, in Lombardia saranno più di trecento gli istituti privi della guida pedagogica e amministrativa”.
“Il Miur, insomma, delegittima una volta di più il ruolo dei dirigenti e quasi ne afferma l’ininfluenza in un momento storico di inquietudine e scarsa autorevolezza delle figure demandate ad impartire l’istruzione dei nostri giovani e ad attuare una riforma molto contestata, nonché sperimentazioni importanti come quella della scuola secondaria a quattro anni lasciate a se stesse”.
“Nel merito delle procedure poi denunciamo la totale inaffidabilità amministrativa degli uffici che programmano i modi e i tempi della selezione dei dirigenti scolastici, a fronte delle rilevazioni dei numerosi posti vacanti e soprattutto delle avvenute autorizzazioni del Mef e del governo tutto a procedere nella selezione”.
“Chi pagherà i costi educativi, amministrativi e sociali di questo rinvio? Siamo, dunque, all’ennesima conferma che il più grave problema della scuola italiana è proprio il centralismo amministrativo inefficiente perché – conclude Aprea – tuttora autoreferenziale”.
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