“Facciamo sentire la voce delle famiglie, in disaccordo con l’occupazione — scrivono i genitori in chat — striscioni e cartelloni aiuterebbero: partecipate, se potete, è davvero importante”.
Le mamme e i papà della scuola Marconi, a Bari, si autoconvocano in assemblea, fuori dall’istituto, per capire “cosa fare per aiutare i ragazzi che vogliono andare a scuola, mentre qualcun altro impedisce loro di entrare”. A fornire la spiegazione, sono i rappresentanti del comitato dei genitori, che preferiscono rimanere anonimi, per timore di ritorsioni nei confronti dei ragazzi.
«Lo facciamo per aiutare la preside a trovare una strategia per far venir fuori questi ragazzi — spiegano — non si può certo fare irruzione, ma neppure tollerare che qualcuno impedisca ai nostri figli di studiare”.
Intanto, scrive Repubblica online, tornano a occupare anche gli studenti del vicino Santarella, che denunciano le condizioni precarie della scuola: bagni rotti, porte divelte, umidità. Trasformata, invece, in autogestione, la protesta all’Elena di Savoia, a Japigia: ripetute le incursioni di esterni nella notte, con danni (seppure minimi) alla scuola. A Ceglie, sventato il tentativo di forzare i cancelli al Calamandrei; si occupa anche a Valenzano e Lecce. “La mobilitazione non si ferma”, scrivono i rappresentanti dell’Unione degli studenti, che la prossima settimana potrebbero incontrare la direttrice dell’Usr
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