In due mesi sono state raccolte a Bologna le 9 mila firme necessarie per indire il referendum che a maggio o giugno, quando si voterà, cancelli i fondi alle scuole paritarie del Comune, mettendone a rischio la sopravvivenza.
Il comitato art. 33, Sel e Grillini hanno raccolto le firme per un referendum che chieda ai cittadini: “Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia? a) utilizzarle per le scuole comunali e statali b) utilizzarle per le scuole paritarie private”.
Secondo i gestori della scuole paritarie, nel 2011 il Comune ha speso 35 milioni di euro per le scuole dell’Infanzia comunali, che ospitano 5.137 bambini, 665 mila euro per le scuole dell’Infanzia statali, che ospitano 1.495 bambini, e un milione di euro per le paritarie convenzionate, che ospitano 1.736 bambini. Quindi, il Comune di Bologna spende 6.900 euro per ogni bambino che si iscrive a una scuola comunale, 445 euro per ogni bambino delle scuole statali e 600 euro per ogni bambino che va a una paritaria convenzionata.
Le scuole comunali paritarie ospitano il 61% dei bambini, quelle statali il 18% e quelle paritarie il 21%. “Facendo i conti, le scuole paritarie accolgono il 21% dei bambini bolognesi ma ricevono solo il 2,8% delle risorse che il Comune destina alla fascia di 3-6 anni. Togliendo quel milione di euro alle paritarie, e destinandolo alle scuole pubbliche, il Comune potrebbe ospitare solo 150 dei 1.736 bambini che ora vengono educati nelle paritarie. E gli altri 1.536 bambini?”
Il referendum consultivo per cui l’ultima parola aspetta al consiglio comunale.
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