Per il Comune di Bologna la scuola deve rimanere aperta a anche a luglio per venire incontro alle esigenze della famiglie che lavorano, ritenendola una innovazione “a servizio della città”. Una forzatura invece per sindacati e maestre.
“Il problema non è lavorare a luglio. Noi – spiegano alcuni docenti al Fatto Quotidiano– siamo inquadrati come insegnanti della scuola dell’infanzia. La struttura chiude il 30 giugno. Abbiamo proposto all’amministrazione di prolungare il calendario scolastico tenendo aperte le scuole una settimana in più invece vogliono aprire dei centri estivi. Si può parlare di scuola con bambini che non conosci e magari vedi solo per cinque o sei giorni prima che partano per le vacanze?”.
Sul piede di guerra c’è la Flc Cgil: “Da quando il comune ha diviso gli insegnanti tra quelli a tempo indeterminato con il contratto scuola e i neoassunti che hanno firmato il contratto con l’ente locale abbiamo fatto un ricorso su cui siamo in attesa dell’udienza del Tar. L’amministrazione ha creato un doppio regime con una situazione dove persone che fanno lo stesso lavoro hanno diverse condizioni economiche e non solo. Nonostante il ricorso avevamo chiesto che ci fosse un tentativo di armonizzazione ma il comune non ha mai portato avanti questo percorso. Questa operazione rientra in questo discorso: ora le insegnanti con il contratto scuola non possono che essere coinvolte solo sul piano volontario nella vicenda di luglio. Resta il fatto che vorremmo vedere un progetto valido dal punto di vista pedagogico educativo. Vorremmo sapere anche cosa vuole mettere sul piatto il comune in merito all’incentivo: il nostro contratto prevede che le ore aggiuntive vengano pagate 17,50 euro lorde se sono ore funzionali all’insegnamento o 35 euro l’ora per le lezioni frontali. Restano alcuni interrogativi: quale sarà il rapporto insegnante-bambino? Si riuscirà a rispettare la continuità? Come si garantiranno le sostituzioni?”.
Niente ovviamente ostacola che alcuni insegnanti delle scuole dell’infanzia offrano il loro contributo e possano coordinare attività estive con adeguati riconoscimenti, se lo desiderano e se ne hanno le competenze, ma questo non può significare un prolungamento del calendario della scuola, snaturando sia la scuola che i centri estivi”.
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