Con quell’ordinanza ben 11 scuole secondarie di secondo grado della città molisana rimasero chiuse per l’emergenza sicurezza, mentre il sindaco di Campobasso avvisava il governo Monti che se non fosse intervenuto un cambiamento della normativa antincendio, il rinvio dell’apertura di dette scuole sarebbe continuata ad oltranza.
Adesso i cancelli delle scuole di Campobasso si riaprono esattamente nelle stesse condizioni dell’11 di settembre, le norme antincendio sono le stesse e la situazione della sicurezza delle scuole è immutata. Il risultato raggiunto è solamente quello di una promessa di finanziamenti pari a 800.000 euro. Promessa fatta dal Presidente di regione Molise. Da una nota del segretario regionale della Flc Cgil Molise, apprendiamo che i problemi che hanno portato al rinvio forzoso dell’avvio delle lezioni sono tutti sul tappeto, ma nessuno più ne parla. Non si parla più di certificazioni, di proroghe, di mettere in sicurezza gli edifici prima di riaprirli. Tutto è passato in secondo piano.
I sindacati molisani della scuola si interrogano: chi restituirà il tempo scuola perso? Chi risponderà del diritto all’istruzione ridotto a polemiche da bar dello sport? Chi garantirà che, finalmente, le cose sono cambiate e dunque, una nuova era comincerà? Domande retoriche in un contesto nel quale la responsabilità è sempre di qualcun altro. Intanto i problemi restano, le risorse stanziate rappresentano una goccia d’acqua che non produrrà, anche se fossero spese in tempi rapidissimi, risultati significativi sul piano della sicurezza degli edifici scolastici.
Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. A rimetterci sono stati: gli studenti di Campobasso che si sono visti ridotti i giorni di scuola; le famiglie che hanno dovuto riorganizzare il loro tempo in funzione delle scuole chiuse; la collettività per il significato ed il valore attribuiti all’istruzione pubblica. L’indignazione per l’accaduto è tanta, ancora una volta ci troviamo davanti ad azioni politiche di modesto senso civico. Nel nostro Paese gli sprechi sono tanti ed anche volgari, basterebbe pensare allo scandalo dell’utilizzo dei soldi pubblici avvenuto in regione Lazio, ma si nota invece uno scarso impegno a garantire una scuola pubblica di qualità con risorse certe, organici adeguati, tempo scuola disteso ed edifici a norma. Il personale scolastico, tra mille difficoltà economiche, fa il proprio dovere, ci aspettiamo che una politica più sobria ed attenta faccia altrettanto.
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