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A Cannes gli studenti più scapestrati saranno “condannati” ai lavori d’interesse generale. Ma dove sta la prevenzione?

CobasCobas

I “travaux d’intérét général” , in Francia, sono quelli che qui da noi in Italia si chiamano “lavori di pubblica utilità”. Pene alternative al carcere per i reati meno gravi che, secondo l’articolo 20 bis del Codice Penale, consistono nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, le Città metropolitane, i Comuni o presso enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato per non meno di sei ore e non più di quindici ore di lavoro settimanale.

A Cannes, come riportato dal quotidiano Le Figaro, da questo momento in poi gli alunni molto indisciplinati potranno essere così sanzionati, con i lavori d’interesse generale.

L’idea nasce da una collaborazione tra la municipalità della città famosa nel mondo per il suo Festival e la Direzione dei servizi dipartimentali dell’Educazione Nazionale, una sorta di Ufficio Scolastico Provinciale, per semplificare. Una misura che dovrebbe servire a responsabilizzare i ragazzi e le ragazze di medie e superiori, ponendosi come un’alternativa civica all’espulsione dalla scuola. Gli alunni che dopo un consiglio di disciplina sarebbero, in altri tempi, stati esclusi dalle lezioni per un certo periodo proporzionale alla colpa commessa, adesso saranno sanzionati con dei lavori da svolgere in seno ai servizi municipali, al di fuori delle ore di lezione: i giardini pubblici, i centri di assistenza sociale, le mediateche della città. Questi, e altri, i luoghi presso i quali i giovani « condannati » dovranno scontare la loro pena.

Di fronte ai ricorrenti atti indisciplinati di certi alunni – ha dichiarato a Le Figaro il sindaco di Cannes – sanzionare è necessario e urgente, indispensabile per lottare contro la sensazione di impunità che genera il crollo dei valori civici e, a medio termine, favorisce la trasformazione di un ragazzo in criminale.

I provvedimenti, per un massimo di 20 ore annue da svolgersi durante le vacanze scolastiche, varieranno a seconda degli atti commessi e sarà garantito un approccio individualizzato e un accompagnamento su misura. Il corpo ispettivo del Ministero dell’Educazione, dal canto suo, spera che la scoperta di nuovi ambienti e contesti socio-culturali possa far sì che gli alunni più turbolenti prendano coscienza del carattere essenziale delle regole per vivere bene insieme, nel rispetto reciproco. Una misura che – ne sono certi tutti – sarà per i ragazzi un importante stimolo per accompagnarli nel loro percorso di crescita, aiutandoli a diventare cittadini responsabili e impegnati.

Sarà così? A nostro avviso – pur riconoscendo che i lavori di interesse collettivo sono preferibili a un’espulsione tout court – in questo progetto manca una parola-chiave che nessuno ha pronunciato. “Sanzione, punizione, provvedimento” sono state quelle più usate, sia dai politici che dai rappresentanti della scuola. Nessuno ha detto “prevenzione”, che a quest’età e nel contesto educativo per eccellenza – la scuola – dovrebbe essere la vera parola d’ordine.

Gabriele Ferrante

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