Categorie: Attualità

A Catania studenti e insegnanti in strada per aiutare i senza dimora

Lo racconta il prof. Marco Pappalardo, sollecitato dalla vicenda accaduta a Napoli dove invece alcuni giovani, in occasione del carnevale, si sono mascherati da clochard, partecipando proprio ad una festa a tema.
“Diversamente da quello che ho appreso sia avvenuto a Napoli da diversi anni insieme ai nostri ragazzi portiamo avanti una forte esperienza di solidarietà a favore degli homeless di Catania. I giovani non sono tutti uguali ma tanto dipende da noi. Forse, anche in questo caso, sarebbe bello sentire cosa ne pensano gli studiosi…chissà da non riuscire a stupirli!”.
“Io insegno in una di quelle scuole che potrebbero essere definite d’élite. Da 8 anni ogni lunedì sera, in barba al Grande Fratello, dalle 21,30 a mezzanotte (in qualunque stagione e anche durante le vacanze estive e natalizie), insieme a gruppetti di studenti incontriamo e serviamo i senza dimora, gli immigrati e le famiglie in difficoltà della nostra città. Generalmente portiamo loro del cibo che qualche bar ci dona e del tè ma anche coperte”.
“Durante tutto l’anno scolastico i ragazzi impegnati in questo tipo di servizio arrivano a più di 60. Molte di queste persone che vivono in strada ci conoscono da tempo e lo stile che assumiamo è quello di chiedere prima ciò di cui hanno bisogno. A volte non hanno bisogno soltanto di generi di prima necessità ma può essere importante anche scambiare qualche parola”.
Secondo Marco Pappalardo, nel corso del tempo “I ragazzi fanno a gara per essere di turno il lunedì (noi ne portiamo tre alla volta perché l’esperienza sia significativa) e gli ex-allievi, quando tornano per le vacanze in Sicilia, chiedono di poter essere dei nostri come ai tempi della scuola. I giovani hanno risposto in maniera più che positiva perchè non è un servizio che a loro pesa e l’indomani sono regolarmente a scuola. In questo modo li aiutiamo a comprendere il valore dell’essenzialità, l’importanza del sapere dire grazie e il valore del donarsi. La scuola, in questo modo, può avere davvero un ruolo educativo importante di preparazione alla vita che li porta ad allontanare le paure e a conoscere le diverse povertà sociali”.
“Le famiglie sono contente e desiderano che i figli possano continuare questa esperienza. Siamo riusciti a coinvolgere direttamente anche alcuni genitori che hanno partecipato con i loro figli, mentre altri si sono messi a servizio gratuito come medici e avvocati e altri ancora, annualmente, offrono una quota spontanea per le necessità che spesso si presentano oppure fanno la spesa periodicamente per alcune delle famiglie che seguiamo”. I ragazzi del liceo sono, inoltre, coinvolti in altre esperienze di solidarietà sociale. “I nostri alunni da anni si impegnano per il doposcuola in alcuni quartieri a rischio – aggiunge ancora il prof. Pappalardo – per la colletta alimentare, per l’animazione di attività sportive e ricreative negli oratori e i maggiorenni, insieme a genitori e docenti, per la donazione del sangue”.

Pasquale Almirante

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