L’intento è quello di esortare le nuove generazioni a riflettere sulle conseguenze delle loro condotte: si scrive “Ciak processo simulato… per evitare un processo vero”, si legge prevenzione di comportamenti devianti.
L’Istituto comprensivo “Corrado Alvaro” di Petronà, dirigente scolastica Rosetta Falbo, conosce sin dall’anno scolastico 2014-2015 l’ambizioso progetto regionale e non intende disfarsene: non c’è anno scolastico senza processo simulato, non c’è processo simulato che non lasci traccia indelebile. Quest’anno, la simulazione del Ciak 5 è toccata alla scuola secondaria di primo grado di Cerva che, ieri 9 febbraio 2019 presso Tribunale minori di Catanzaro, ha interpretato, presso aula dibattimentale del Palazzo di giustizia di via Paglia, un copione, titolo “Una palestra da sballo”, sul consumo e traffico delle droghe.
I discenti cervesi, 26 alunni tra la classe seconda A e terza A, sono stati preparati e accompagnati dai docenti Teresa Talarico ed Enzo Bubbo. Bisognava organizzare un processo simile a uno vero e un processo è stato: missione compiuta. Tanta l’emozione, altrettanta la preparazione: tutti gli interpreti hanno recitato senza leggere dopo mesi di prove. Curiosità: la scuola di Cerva è chiusa di sabato, ma nessuno ci ha fatto caso. Punto centrale è sempre la simulazione di un processo penale minorile effettuata in una vera aula giudiziaria, in cui i ragazzi partecipano in veste di attori con la collaborazione, la supervisione e la presenza di giudici togati, onorari, avvocati e personale esperto in tematiche psicologiche e sociali. Individualità di ognuno e progettualità condivise: il processo simulato non è qualcosa di illusorio, come avere ali e volare, ma è progetto che si sostanzia, diventa possibile attraverso l’impegno comune. La scuola di Cerva ha scelto il copione che parla di droga, di come tanti adolescenti scelgano le sostanze stupefacenti per essere accettati dal gruppo per poi fare i conti con l’assuefazione e la giustizia: non conviene. Prima del processo, la comunità scolastica cervese ha visitato tutta la struttura del Tribunale dei minori per capirne il funzionamento e le finalità.
Il progetto “Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo”interpreta la legge regionale 27/85 ed è nato da una felice intuizione del Tribunale per i minorenni di Catanzaro, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, promosso anche dal Centro Calabrese di solidarietà e finanziato dal Ministero della Giustizia, dall’Associazione Nazionale Magistrati (Sezione Calabria), dalla Regione Calabria, dal Garante dei diritti dell’infanzia e adolescenza della Regione e dalla Fondazione Carical. Al progetto hanno aderito il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, i Tribunali ordinari di Castrovillari, Cosenza, Lamezia Terme, Locri e Paola e le Camere minorili di Catanzaro, Cosenza e Lamezia Terme. Coinvolte quasi 100 scuole.
Morale: la giustizia minorile italiana è da sempre esempio di efficienza in tutto mondo e il processo simulato né è, da un lustro, un insolito e insostituibile strumento educativo.
A cura di Enzo Bubbo
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