La riforma dell’esame di Stato, che ha trasformato il modello varato nel ’97, ha raggiunto almeno un obiettivo: continuare fare discutere di un esame che rischiava di diventare un rito collettivo, poco significativo da un punto di vista didattico e sempre meno pregnante sul piano emotivo.
Le commissioni composte dai docenti del consiglio di classe, che hanno seguito gli alunni durante tutto l’anno, da un lato, dovrebbero garantire una maggiore continuità nella valutazione dei candidati con i curricoli individuali, limitando il fenomeno degli exploit estemporanei o dei fallimenti inattesi, tipici dei precedenti esami. Dall’altro, tuttavia, questa nuova formula finirà per togliere all’esame quel residuo alone di sacralità, di rito di passaggio (per altro già di molto attenuato rispetto alla vecchia maturità) che segnava la fine dell’adolescenza e l’ingresso nel mondo degli adulti.
In definitiva, sono state eliminate le ultime incognite dalla prova, costituite dal confronto con un certo numero di commissari sconosciuti, dalla ‘lotteria’ delle materie affidate ai membri esterni e dalla presenza di un “presidente onnipotente” per ogni commissione che adesso, invece, dovrà occuparsi di tutte le commissioni di una scuola.
Meno stress emotivo per i candidati, quindi, ed esami sempre più simili alle simulazioni delle prove svolte durante l’anno scolastico. Ma allora, se tutto finirà per assomigliare ai consueti compiti in classe per gli scritti e ad un’interrogazione collettiva per gli orali, era davvero il caso di modificare la formula precedente che, tutto sommato, rappresentava un compromesso fra il vecchio modello e l’esigenza di una maggiore obiettività dell’esame? Ed è opportuno mantenere ancora in vita un esame di Stato che, così concepito, finirà per far perdere il valore legale al titolo di studio?
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In “Ulteriori approfondimenti” è riportato un link al sito www.campustore.it che negli ultimi due anni ha pubblicato l’intera soluzione della prova di matematica dell’esame di Stato per i Licei scientifici.
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