Dico anch’io la mia sull’articolo “ll Governo Meloni vuole cambiare la scuola, monta la protesta di studenti e Sinistra: no all’istruzione classista, meritocratica sottomessa al mercato”.
Non si vuole la scuola meritocratica? Allora poi non ci si lamenti se il livello culturale si appiattisce sempre di più. A chi fa paura il merito? A chi di meriti non ne ha. I diritti non si meritano? Va bene, ma i meriti si devono meritare eccome. E non tutti meritano tutto aprioristicamente.
Niente scuola in funzione del mercato? Allora poi non ci si lamenti se con certi titoli di studio non si trova uno straccio di lavoro. Il mondo – che ci piaccia o no – è basato sull’interesse (Marx insegna!) non sulle idee. E non cambia certo proprio adesso perché qualcuno fa la voce grossa; tanti hanno fatto la voce grossa in passato, ma non è mai cambiato nulla neanche prima. Fra l’avere e l’essere vince pur sempre l’avere. Ripeto: che ci piaccia o no.
Non si vuole che la scuola valuti la condotta degli studenti e che punisca chi sbaglia? Allora poi non ci si lamenti se studenti e insegnanti vengono fatti oggetto di violenze spesso e volentieri impunite. Ricordo che un mio compagno di scuola degli anni ’70 auspicava l’abolizione del valore del voto di condotta, così gli studenti si sarebbero responsabilizzati. S’è visto cos’è successo nel periodo in cui il voto di condotta è stato svuotato del suo valore…
Si vuole una scuola così? Prego, si proceda. Poi però non ci si lamenti se la scuola privata, soprattutto quella confessionale, riscuoterà sempre più simpatie da parte delle famiglie alla ricerca di una serietà didattica che purtroppo la scuola di Stato ormai non è più in grado di garantire sempre e ovunque.
Daniele Orla
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