Dopo il caso della facoltà di medicina della Kore di Enna, anche a Città di Castello si rischia una avventura similare. La Rete della conoscenza chiede che «il ministero intervenga subito» per quello che considera «un secondo caso a Città di Castello». Nel mirino stavolta c’è una convenzione tra Cepu e la Medical University di Sofia.
Per le associazioni studentesche quello che è stato messo in atto è «un corso di laurea privato che consente di aggirare il test d’ingresso tramite una retta di iscrizione di 18 mila euro». Più o meno quello che accadeva a Enna, convenzionata con una omologa romena.
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Al momento nessuna replica sarebbe giunta dal Cepu. Secondo la Rete della Conoscenza «il dilagare di questo fenomeno è inaccettabile. Si tratta di una assurda speculazione sulle aspirazioni degli studenti. Il Miur deve dimostrare di avere il controllo della situazione perché, per la seconda volta dopo l’università Kore di Enna, casi di questo genere sono rivelati dalla stampa e il ministero arriva in ritardo».
«Abbiamo già denunciato quanto sia ingiusto pensare di poter aggirare l’ingiusto sistema di selezione basato sul test d’ingresso, con una selezione ancora più ingiusta basata sul censo e sulla disponibilità economica delle famiglie degli studenti. Il caso di Città di Castello, come quello di Enna, è un chiaro esempio di come alcuni enti privati stiano cercando di far profitto sull’illusione di poter aggirare il numero chiuso di medicina»