I lettori ci scrivono

A difesa dei DS, spesso troppo poco tutelati

Sono un dirigente scolastico e mi sento di esprimere due parole proposito dell’articolo da voi pubblicato sul cambio di sede dirigenti scolastici ogni tre anni. Lo trovo infarcito di luoghi comuni e ampiamente in linea con lo stereotipo che va avanti oramai da tanti anni: quello del preside padrone. La metafora poi dell’uomo che si attacca come le cozze al suo posto è  veramente vergognosa.

Vorrei ricordare all’autore che l’ha scritto che il preside è un ex docente che, come tutti i docenti, ambirebbe ad essere tutelato, come lui, nello stress da lavoro correlato e a mantenere una stabilità del posto di lavoro semplicemente perché, come il docente, ha una famiglia. Trovare un nuovo alloggio a seguito di un trasferimento ogni tre anni imporrebbe sicuramente dei costi economici che il nostro ministero non riconosce. 

E mi meraviglio che l’autore se ne dimentichi (scientemente?). La verità dei fatti e che oggi la scuola è una piramide rovesciata nella nella quale il dirigente si trova sulla punta della piramide, ma la punta è sottosopra. Poteri inesistenti rispetto al controllo su assenze fatte dai docenti in momenti topici dell’attività didattica (es. scrutini); impossibilità di trattenere docenti collaborativi che vorresti continuassero a lavorare nella tua scuola; impossibilità di non accogliere o mandar via docenti che non fanno niente e che ti creano solo problemi durante tutto l’anno; sindacati pronti con cavilli procedimenti a difendere anche chi sta al mare ma non i ragazzi che magari avrebbero voluto fare qualche cosa ad esempio col piano l’estate e via di questo passo.

Qualunque decisione passa sempre per gli organi collegiali e nella scuola della pseudo autonomia non c’è soggetto meno autonomo del DS. Insomma se l’autore è un docente vorrei ricordargli che una volta ottenuta la sede da quel posto non lo leverà più nessuno a meno che non faccia domanda di trasferimento o compia qualche macroscopico guaio. Ricordo il caso di un alunno H che chiese il trasferimento nella mia scuola dalla sua che distava poco più di 10 km. Accolsi l’alunno ma non ebbi l’insegnante perché il locale Provveditorato mi disse che andava garantita la stabilità del posto al docente che era stato assegnato alla scuola (e non all’alunno, sic!) Senza tenere conto che quell’insegnante era giunto lì solo grazie all’alunno. Solo 10 km! 

Per di più senza responsabilità alcuna e con la garanzia costituzionale della libertà d’insegnamento (oltre quella sindacale di vedersi sempre coperto e tutelato per mantenere l’iscritto e la quota mensile). Distinti saluti.

 Salvatore Morriale

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