Dieci persone sono rimaste uccise ieri a Donetsk, in bombardamenti che hanno centrato un autobus e sfiorato una scuola, a conferma della crescente fragilità in questa parte dell’Est ucraino della tregua concepita come base verso la pacificazione dopo sei mesi di conflitto e circa 3.000 morti. Per Donetsk oggi e’ stato il primo giorno di scuola, in ritardo di un mese sulle regioni ucraine non travolte dai combattimenti tra esercito governativo e separatisti filorussi. E un colpo di mortaio caduto a cinque metri dall’edificio ha fatto quattro morti e almeno otto feriti: tutti adulti, gli scolari sono stati portati immediatamente nel seminterrato, ma se la sono cavata con un grande spavento. Nell’istituto, al momento dello scoppio, c’erano 200 persone, ha precisato l’amministrazione regionale. Altre sei persone sono morte, praticamente in contemporanea e a soli 500 metri di distanza, in un minibus centrato da un altro razzo.
Si tratta del bilancio piu’ pesante in una sola giornata da quando, il 5 settembre, emissari del governo di Kiev e leader separatisti hanno firmato l’accordo per il cessate-il-fuoco. E arriva a dieci giorni dal secondo protocollo di Minsk, che prevede la creazione di una zona-tampone tra l’esercito regolare e il settore controllato dai secessionisti, lungo la frontiera con la Russia: da allora, ci sono stati 68 morti tra civili e militari. Il punto nevralgico resta l’aeroporto di Donetsk, citta’ che prima dell’inizio del conflitto contava 1 milione di abitanti. La scuola colpita oggi si trova infatti a 4 chilometri dallo scalo. (Ansa)
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