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A due anni e mezzo di età: nelle statali no, ma nelle comunali sì

E’ polemica fra sindacati, Anci e Ministero sulla questione delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia.
Dopo qualche indecisione iniziale, adesso Comuni e sindacati sono uniti nel sostenere che i bambini con meno di tre anni possono essere accolti solo se verranno soddisfatte le richieste sindacali relative alla assegnazione di personale specifico alle scuole.
Ma come si regolano i Comuni nelle proprie scuole? Vediamo.
A Bologna il regolamento delle scuole dell’infanzia comunali, in vigore da almeno 10 anni, prevede che possano iscriversi e frequentare tutti i bambini nati entro il 31 gennaio; ma in corso d’anno – compatibilmente con i posti disponibili – possono essere accettati anche i bambini nati entro il mese di marzo.
A Roma possono frequentare i bambini nati entro gennaio, mentre a Firenze (sindaco della città è Leonardo Domenici, presidente nazionale dell’Anci) la questione è regolata da una recentissima circolare comunale che stabilisce che "per i bambini che compiono i tre anni successivamente alla data del 31 dicembre (comunque non oltre il 28 febbraio) le domande di iscrizione saranno inserite in una graduatoria separata in ordine decrescente di età".
Il più preciso di tutti è il Comune di Torino che addirittura chiarisce che possono iscriversi alla scuola dell’infanzia tutti i bambini nati dall’1/9/1999 al 31/12/2002: non bisogna dimenticare infatti che solo i bambini nati entro il mese di agosto 1999 hanno l’obbligo di iscriversi alla prima elementare, quelli nati tra settembre 1999 e marzo 2000 ne hanno semplicemente facoltà, ma – volendo – possono restare ancora nella scuola dell’infanzia.
E per i nati tra gennaio e febbraio, cosa prevede il Comune di Torino? Anche nella città sabauda gli under 3 possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia (ma ovviamente l’assegnazione dei posti è subordinata all’esaurimento delle graduatorie dei nati entro il 2002).
Sembra insomma di capire che le più importanti città italiane siano ben intenzionate a pretendere che il Ministero non accetti le iscrizioni dei bambini nati nei primi mesi del 2003, salvo però accettarle tranquillamente nelle proprie scuole.
Francamente il tutto appare quantomeno poco comprensibile.

Reginaldo Palermo

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