Attualità

A Eton anche le donne? Il ministro propone ma si scatena la bufera

Il ministro dell’Istruzione Gavin Williamson, parlando di Eton, la prestigiosa scuola privata alle porte di Londra da cui sono usciti venti primi ministri e il principe William,  e rigorosamente riservata ai soli ragazzi dai 13 ai 18 anni, e dove la retta costa 42 mila sterline l’anno (quasi 50 mila euro),  ha detto: “Spero che in futuro Eton apra le porte anche alle ragazze”.

E immediata è scattata la bufera, con i fulmini da parte di Jacob Rees-Mogg, leader dei conservatori alla camera dei Comuni e lui stesso uscito dall’esclusivo college: “Voglio il massimo di possibilità per le mie figlie, ma per conto mio Eton deve rimanere un collegio esclusivamente maschile”.

Ma anche il portavoce di Boris Johnson, che si è diplomato a Eton, ha fatto sapere: “Il governo ritiene che ogni genitore abbia il diritto di scegliere in che tipo di scuola mandare a studiare i propri figli, con classi miste, o solo maschile, o soltanto femminile. Quanto a Eton, crediamo che spetti alle autorità della scuola decidere il proprio futuro”.

Dunque, sembrerebbe chiaro che anche il Governo sia per lasciare tutto così com’è, mentre il preside di Eton ha fatto subito sapere che non ha intenzione di cambiare niente. Fra l’altro – precisano le agenzie- ha altre cose a cui pensare perché ha licenziato un insegnante di inglese per avere fatto una lezione in cui difendeva lo stupro, sostenendo che le donne desiderano essere “schiacciate dalla potenza mascolina”, con una evidente incursione in un medioevo barbarico dove le azioni sono affidate alla violenza e alla sopraffazione.  

Il docente non ha accettato il licenziamento, rivendicando il diritto alla libertà d’espressione e ha trovato solidarietà in un collega secondo cui Eton è diventato un covo di “progressisti intolleranti”.

Tuttavia, nella civile  Inghilterra si  discute da tempo se siano meglio le classi miste o quelle di soli maschi o di sole femmine per ottenere un maggior profitto didattico.

E sembrerebbe che una buona percentuale sia contraria alle classi miste perché  i maschi tendono a prevaricare le femmine, intervenendo di più durante le lezioni, impedendo loro di parlare e assumendo un ruolo di primo piano. Dunque sarebbero meglio scuole di sole ragazze che crescerebbero senza queste prevaricazioni e  potrebbero realizzare a pieno il proprio sviluppo e il proprio potenziale. 

Se in Italia il problema delle classi miste neanche si pone, oltre Manica c’è chi deve stare in difesa sostenendo che i tempi sono cambiati, le ragazze di oggi, dopo l’avvento del femminismo, non si fanno mettere i piedi in testa dai compagni di classe maschi, e che la convivenza tra i due sessi aiuta entrambi a prepararsi meglio ai rapporti sociali e di lavoro.

Pasquale Almirante

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