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A Firenze i precari contestano il Ministro: quando si volta pagina?

“Gelmini, Brunetta… quando si volta pagina? Insegnanti precari, scuola precaria”: sono i due striscioni, esposti da un gruppo di supplenti della scuola, che hanno accolto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, al suo arrivo a Firenze alla Festa del Pd. I precari hanno spiegato ai cronisti che le lamentele derivano dalla scarsità di assunzioni a tempo indeterminato.
“Ci saranno solo undicimila immissioni a ruolo: troppo poche. Ci sarebbe bisogno di coprire almeno oltre centomila cattedre vacanti – ha spiegato Anna Cai, docente precaria in una scuola media fiorentina – sappiamo che non ci sono le risorse ma, per il bene dell’istruzione, sarebbe bene che fossero trovate”.
Poco prima di salire sul palco, il Ministro ha voluto incontrare il gruppo di insegnanti precari che avevano organizzato il presidio di protesta: Carrozza ha spiegato che, tenendo conto della cronica mancanza di risorse a disposizione del comparto, sono al momento allo studio “meccanismi per contemperare l’introduzione nel sistema dei precari di lungo corso con l’inserimento di quelli più giovani”. A tal proposito, il ministro ha raccomandato i precari di non “creare guerre fra le due categorie”.
Una richiesta che, però, non è facile da esaudire: nella scuola operano stabilmente, infatti, diverse decine di migliaia di dipendenti precari. E solo una piccola parte ha la fortuna ogni anno di essere immesso in ruolo. È praticamente impossibile che tutti gli altri stiano sereni e sprizzino ottimismo in vista del loro futuro lavorativo.
I centomila posti liberi indicati dai precari sono stati rivendicati, nella stessa giornata, anche dall’Anief (che però nel computo ha compreso anche le unità di personale Ata). Secondo cui sarebbero questi i numeri veri: 14.200 cattedre libere, 37.000 di sostegno, 25.000 Ata, 25.000 pensionati in due anni. L’associazione sindacale ha quindi chiesto al CdM di raddoppiare il piano triennale di immissioni in ruolo, in arrivo all’interno del “pacchetto” in approvazione con ogni probabilità il prossimo 9 settembre, che si dovrebbe fermare a 44mila assunzioni. In pratica le stesse di quest’anno sino al 2016.
Alessandro Giuliani

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