
I medici degli ospedali partner di ActionAid a Gaza, hanno segnalato un netto aumento dei casi di malnutrizione grave tra donne in gravidanza, madri che allattano e bambini piccoli, mentre il blocco totale degli aiuti continua e le scorte alimentari rimaste stanno per esaurirsi.
Da quaranta giorni, nessun alimento, acqua potabile, medicinale o altro bene essenziale è entrato a Gaza, dopo che le autorità israeliane hanno chiuso tutti i valichi di frontiera e impedito l’ingresso di qualunque tipo di aiuto, in quella che equivale a una strategia di fame e punizione collettiva della popolazione. La grave carenza di cibo ha costretto alla chiusura forni e cucine comunitarie, mentre i mercati sono quasi del tutto vuoti: le persone soffrono la fame e la loro salute sta rapidamente peggiorando.
Tutte le donne in gravidanza soffrono di anemia e carenza di ferro, a causa della mancanza di cibo o integratori nutrizionali. Si registrano anche casi di aborto spontaneo e sanguinamenti, che avvengono proprio perché le donne sono anemiche durante la gravidanza.
Un’indagine recente condotta dal Nutrition Cluster ha rilevato che tra il 10% e il 20% delle donne in gravidanza e in allattamento è malnutrito, mentre un terzo delle circa 55mila donne incinte presenti a Gaza è a rischio di complicazioni.
Intanto, le offensive intense hanno colpito scuole adibite a rifugi, edifici residenziali e accampamenti di fortuna: sono state uccise più di 1.500 persone in poco più di tre settimane, portando il bilancio totale delle vittime a oltre 50mila – e almeno 100 bambini uccisi o feriti ogni giorno, secondo le Nazioni Unite. Quasi 400mila persone sono state nuovamente sfollate, nonostante a Gaza non esista un luogo sicuro dove rifugiarsi, né dove sia possibile trovare cibo, riparo adeguato o beni essenziali per la sopravvivenza.Lancia l’appello ActionAid Palestina: la comunità internazionale deve agire subito per porre fine in modo permanente a questa guerra, e per garantire il pieno ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, come stabilito dagli accordi di cessate il fuoco. Gli aiuti salvavita devono poter entrare immediatamente e su larga scala per evitare che questa catastrofe umanitaria peggiori ulteriormente.