Medics transport an injured Palestinian child into Al-Shifa hospital in Gaza City following an Israeli airstrike on October 11, 2023, as raging battles between Israel and the Hamas movement continued for the fifth consecutive day. Medical supplies, including oxygen, were running low at Gaza's overwhelmed Al-Shifa hospital as the death toll from five days of ferocious fighting between Hamas and Israel rose sharply on October 11 with Israel keeping up its bombardment of Gaza after recovering the dead from the last communities near the border where Palestinian militants had been holed up. Photo by Atia Darwish apaimages
I medici degli ospedali partner di ActionAid a Gaza, hanno segnalato un netto aumento dei casi di malnutrizione grave tra donne in gravidanza, madri che allattano e bambini piccoli, mentre il blocco totale degli aiuti continua e le scorte alimentari rimaste stanno per esaurirsi.
Da quaranta giorni, nessun alimento, acqua potabile, medicinale o altro bene essenziale è entrato a Gaza, dopo che le autorità israeliane hanno chiuso tutti i valichi di frontiera e impedito l’ingresso di qualunque tipo di aiuto, in quella che equivale a una strategia di fame e punizione collettiva della popolazione. La grave carenza di cibo ha costretto alla chiusura forni e cucine comunitarie, mentre i mercati sono quasi del tutto vuoti: le persone soffrono la fame e la loro salute sta rapidamente peggiorando.
Tutte le donne in gravidanza soffrono di anemia e carenza di ferro, a causa della mancanza di cibo o integratori nutrizionali. Si registrano anche casi di aborto spontaneo e sanguinamenti, che avvengono proprio perché le donne sono anemiche durante la gravidanza.
Un’indagine recente condotta dal Nutrition Cluster ha rilevato che tra il 10% e il 20% delle donne in gravidanza e in allattamento è malnutrito, mentre un terzo delle circa 55mila donne incinte presenti a Gaza è a rischio di complicazioni.
Intanto, le offensive intense hanno colpito scuole adibite a rifugi, edifici residenziali e accampamenti di fortuna: sono state uccise più di 1.500 persone in poco più di tre settimane, portando il bilancio totale delle vittime a oltre 50mila – e almeno 100 bambini uccisi o feriti ogni giorno, secondo le Nazioni Unite. Quasi 400mila persone sono state nuovamente sfollate, nonostante a Gaza non esista un luogo sicuro dove rifugiarsi, né dove sia possibile trovare cibo, riparo adeguato o beni essenziali per la sopravvivenza.Lancia l’appello ActionAid Palestina: la comunità internazionale deve agire subito per porre fine in modo permanente a questa guerra, e per garantire il pieno ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, come stabilito dagli accordi di cessate il fuoco. Gli aiuti salvavita devono poter entrare immediatamente e su larga scala per evitare che questa catastrofe umanitaria peggiori ulteriormente.
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