Il Messaggero fa il punto della situazione, annunciando pure la prossima apertura dei vari saloni a livello provinciale per orientare gli studenti, mentre sottolinea i livelli di disoccupazione che, secondo l’Istat, sono al 40,4% tra i giovani al di sotto dei 24 anni.
Con la crisi che non si limita a colpire i redditi, ma che è argomento di conversazione ogni giorno in famiglia, la formazione tecnico-professionale viene sempre più apprezzata.
Tuttavia per l’anno scolastico avviato lo scorso settembre, in testa alle preferenze ci sono sempre i licei (48,9%).
Seguono gli istituti tecnici, in recupero rispetto agli anni passati, con il 31,2% delle preferenze.
Poi i professionali (19,9%).
Al primo anno di scuola superiore l’indirizzo del liceo scientifico si è confermato il preferito (90.942 alunni). Piace anche il linguistico (45.740 iscritti). Tra i tecnici il settore tecnologico ha la meglio sull’economico. Così come negli istituti professionali l’ambito dei servizi spicca su quello dell’industria e artigianato. In crescita (più 4,4%) gli alunni che hanno scelto la formazione professionale.
In queste settimane inoltre già molti istituti si mettono in mostra per attirare i futuri iscritti, con iniziative come “porte aperte” e seminari di orientamento, mettendo in pista inclinazioni, desideri, mercato del lavoro. Ci sono scuole che si fanno pubblicità con linguaggio anche spregiudicato. “Studi tanto e fai il precario o fai un corso e ti realizzi?”,
Secondo l’Unioncamere, specifica Il Messaggero, che ha curato con il ministero del Lavoro uno studio sull’evoluzione della domanda di impiego dal 2013 al 2017 e sulle competenze richieste, sanità, assistenza sociale e servizi sanitari (+3,1%) avranno una buona performance.
Ma dovrebbe andare bene anche il settore turistico-alberghiero, quello dei servizi alle persone, i finanziari-assicurativi. Previsioni rosee pure per meccanica e elettronica.
L’importanza di scegliere bene si comprende dopo. Quattro diplomati su dieci si pentono della scelta fatta, secondo un sondaggio di Almadiploma.
Il 44% degli studenti, se potesse tornare indietro, al momento dell’iscrizione alla scuola superiore cambierebbe indirizzo di studio. La necessità di non sbagliare è confermata anche dai dati sulla dispersione scolastica. Il maggior numero di alunni che si “perdono” durante l’anno è proprio negli istituti professionali, in quelli tecnici e nell’area dell’istruzione artistica. Quattordici su mille lasciano definitivamente.
Le avventure della cagnolina Pimpa tradotte in arabo per raccontare ai giovani studenti del Kurdistan…
Spesso si dice che le ultime generazioni sono ossessionate dai social, dai like, dalle apparenze:…
Durante l'evento per la nascita della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, dedicata alla memoria della…
Nella Sala della Regina di Montecitorio si è svolta la “Presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin” in…
Il cantante 31enne Ghali ha nuovamente lanciato un forte messaggio sociale, che anche stavolta riguarda…
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato una lettera ai ragazzi che…