Per la delusione che accompagna la mia venuta al mondo.
Per la violenza con cui si è forzata la mia natura bambina.
Per i contatti sudici che dovuto subire.
Per il mio corpo si cui è stato fatto uso e consumo.
Per l’emarginazione in cui mi avete condannata.
Per il recupero che ora tentate.
Per gli anni e il tempo che mi rubate.
Per l’amore che ho dato, per tutto quello che ho detto.
Per il sorriso che un giorno vi ho regalato.
Per tutto quello a cui ho rinunciato.
Per le paure che ho dovuto combattere per altri.
Per le battaglie che ho dovuto combattere da sola.
Per le grettezze con cui mi avete condannata.
Per le risate, lo scherno e le persecuzioni.
Per la prostituzione in cui mi avete guidata.
Per i ghetti, le carceri e i letti di contenzione.
Per l’alienazione in cui mi avete gettata.
Per le mie crisi di follia di cui voi ne siete responsabili.
Per tutto questo ed altro ancora,
Giù il cappello Signori!
Giù la maschera Signori!
Giù Signori, dinanzi ad una donna. *
Per una Società degli Uomini e delle Donne, non serve un’altra disciplina da insegnare nelle Scuole, poiché le stesse sono trasmettitrici di etica, di cultura. Poiché è in essere, nella loro natura, quella di trasfondere al rispetto ed al riconoscimento della persona umana, in tutte le sue possibili differenze: già una lezione in classe è insegnamento all’incontro dell’altro, è comunicazione ed appuntamento con le differenze: basta soltanto un rimprovero, che si apre all’educazione al comportamento e al rispetto delle regole che il luogo richiede: piccola società di persone, piccola polis, che già racconta ed esperisce la Polis di Domani.
Bisogna sapere dire dei no, e soprattutto educare le famiglie al riprendere all’attenzione del loro ruolo e all’importanza della loro prole, alla quale bisogna si sia presenti, non nella tutela del buon voto, o dinanzi al regolare operare della docenza, ma nella crescita quale primi passi verso le strade del sociale, della Comunità. E consentire loro di essere gli Uomini e le Donne che oggi non siamo più nessuno essere.
*Maria Manca, Sassi di parole, Comune di Firenze- Consiglio di Quartiere n° 6
Mario Santoro
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