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A Governo indecente mobilitazione permanente. La scuola protesta al Miur il 17 gennaio

Dopo aver tentato di scippare ulteriormente docenti ed Ata della piccola e parziale quota di scatti di anzianità ricevuti da una parte di essi, l’indecente Governo Letta-Alfano-Renzi-Napolitano si è grottescamente vantato di aver cambiato registro verso la scuola pubblica e il suo continuo immiserimento, praticato da tutti i Governi
degli ultimi decenni. In realtà la distruttiva marcia della scuola-miseria e della scuola-quiz prosegue, malgrado alcuni stop o rallentamenti imposti dalle lotte dei difensori della scuola pubblica.
Gli investimenti nelle strutture scolastiche diminuiscono ogni anno, i salari di docenti ed Ata hanno perso il 30% negli ultimi venti anni e il 15% nell’ultimo quinquennio, il blocco degli scatti e dei contratti prosegue, i lavoratori/trici ad un passo dalla pensione (quota 96) sono costretti a lavorare gratuitamente per altri cinque o sei anni, i docenti “inidonei” non hanno ancora la certezza che la loro deportazione nei ruoli degli Ata sia annullata per sempre, mentre i precari Ata non sono ancora stati immessi in ruolo, i quiz Invalsi incombono e celebreranno nuovamente i propri assurdi riti il prossimo maggio, mentre procede il cammino dei sedicenti “Bisogni Educativi Speciali” (Bes) – una sorta di “manicomializzazione” degli studenti, con i docenti a fare da pseudo-psichiatri – e gli insegnanti di religione restano gli unici ad avere il posto sicuro nella scuola italiana, ove non vengono istituite le cattedre della materia alternativa alla religione, pur formalmente prevista dalla normativa.

Sperare in questa o quella fazione di centrodestra o centrosinistra, in questo o quel “nuovo” leader significa destinare la scuola pubblica a sicura sconfitta. Solo la mobilitazione permanente di docenti, Ata, studenti e difensori della scuola come bene comune ci hanno fatto finora ottenere risultati, come la vittoria, seppure non ancora definitiva, degli insegnanti “inidonei” ci ha dimostrato. Per questo il 17 gennaio, dalle ore 14.30, manifesteremo a Roma davanti al Ministero della Pubblica Istruzione (Miur) di viale Trastevere per chiedere l’annullamento del blocco degli scatti di anzianità e dei contratti, un aumento per docenti ed Ata di 300 euro mensili a parziale recupero di quanto perso negli ultimi anni, l’immediato pensionamento dei “quota 96”, la definitiva liberazione dall’incubo della deportazione per i docenti “inidonei” e la contemporanea assunzione stabile degli Ata precari, l’istituzione di migliaia di cattedre della materia alternativa alla religione – che darebbe lavoro stabile ad altrettanti precari – il pieno riconoscimento salariale e normativo del lavoro degli Itp e dei “modelli viventi”, la cancellazione dei quiz Invalsi, dei Bes e dei loro effetti sull’immiserimento culturale e sulla “psichiatrizzazione” della scuola, il massimo sviluppo del diritto all’istruzione per i cittadini
detenuti/e, la democrazia sindacale e la restituzione del diritto di assemblea in orario di lavoro a tutti/e.
Nel corso della mattinata del 17 (dalle 9.30) i protagonisti delle lotte su questi temi dibatteranno a Roma in un Convegno Cesp che si svolgerà nella Sala Assemblee di Viale Manzoni 55.

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