Sperare in questa o quella fazione di centrodestra o centrosinistra, in questo o quel “nuovo” leader significa destinare la scuola pubblica a sicura sconfitta. Solo la mobilitazione permanente di docenti, Ata, studenti e difensori della scuola come bene comune ci hanno fatto finora ottenere risultati, come la vittoria, seppure non ancora definitiva, degli insegnanti “inidonei” ci ha dimostrato. Per questo il 17 gennaio, dalle ore 14.30, manifesteremo a Roma davanti al Ministero della Pubblica Istruzione (Miur) di viale Trastevere per chiedere l’annullamento del blocco degli scatti di anzianità e dei contratti, un aumento per docenti ed Ata di 300 euro mensili a parziale recupero di quanto perso negli ultimi anni, l’immediato pensionamento dei “quota 96”, la definitiva liberazione dall’incubo della deportazione per i docenti “inidonei” e la contemporanea assunzione stabile degli Ata precari, l’istituzione di migliaia di cattedre della materia alternativa alla religione – che darebbe lavoro stabile ad altrettanti precari – il pieno riconoscimento salariale e normativo del lavoro degli Itp e dei “modelli viventi”, la cancellazione dei quiz Invalsi, dei Bes e dei loro effetti sull’immiserimento culturale e sulla “psichiatrizzazione” della scuola, il massimo sviluppo del diritto all’istruzione per i cittadini
detenuti/e, la democrazia sindacale e la restituzione del diritto di assemblea in orario di lavoro a tutti/e.
Nel corso della mattinata del 17 (dalle 9.30) i protagonisti delle lotte su questi temi dibatteranno a Roma in un Convegno Cesp che si svolgerà nella Sala Assemblee di Viale Manzoni 55.
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