A parlare è una mamma che si è trasferita col figlio e il marito a Hong Kong, dove funziona tutto benissimo, e dove è possibile conciliare il lavoro e il mestiere di mamma.
Le scuole in modo particolare sono come in Italia, “ci sono sia le scuole pubbliche, che funzionano molto bene e sono in genere bilingue anche se il cantonese prevale sull’inglese, sia le scuole private. Alcune di queste, come la ESF (English School Foundation), sono in piccola parte sovvenzionate dallo Stato, seguono un programma IB (International Baccalaureate) e le lezioni avvengono in inglese. Chi può permettersi la scuola privata – a Hong Kong coesistono ricchezza e povertà estreme – ovviamente preferisce queste ultime che offrono molte più opportunità per un posto all’Università”.
{loadposition bonus}
Tuttavia, dica la donna a Repubblica, il sistema educativo a Hong Kong è “pazzesco, le giornate dei bambini sono programmate in maniera estrema, a tre anni tutti cominciano a studiare uno strumento musicale, poi c’è l’ossessione per la matematica, lo sport, studiano scacchi, disegno, sono sempre pieni di attività, oltre i compiti, che per fortuna fanno per lo più a scuola. Molti teenager però non riescono a reggere la pressione così alcuni di loro, è un problema nazionale, si suicidano. Proprio pochi giorni fa un ragazzo di 14 anni si è buttato dal balcone alle dieci di sera dopo avere avuto una discussione con il padre sul rendimento scolastico. Però il sistema dell’istruzione funziona, è un fiore all’occhiello di Hong Kong perché è il motore della mobilità sociale di questo paese”.