A Lampedusa troppi insegnanti ammalati e pendolari

Clamorosa denuncia da parte dei genitori dei mille studenti di Lampedusa: oltre per le aule fatiscenti, una piaga che caratterizza moltissimi istituti sparsi per tutto il territorio nazionale, si lamentano perché molti dei docenti in servizio presso l’isola abitata più a Sud d’Italia sarebbero pendolari che troppo spesso si ammalano lasciando le classi scoperte. Pendolari che però, ulteriore problema, non dovrebbero essere tali: questo perché, sempre secondo i genitori dell’isola in linea d’aria più a Sud di Tunisi, la maggior parte dei docenti in servizio si avvale di una precedenza derivante dalla certificazione di residenza.
Che necessità avrebbero allora di lasciare l’isola così di frequente se non per raggiungere la reale casa dove vivono? Dalle famiglie degli studenti giunge quindi un messaggio indirizzato alle autorità scolastiche locali: è necessario che “la residenza dei docenti a Lampedusa – sostiene Giacomo Sferlazzo presidente del comitato dei genitori dell’istituto onnicomprensivo `Luigi Pirandello’ – non sia `fittizia’ e se si dimostrano tali chiedono che la `precedenza’ decada”. Ma non solo: alla luce dell’alto numero di certificati medici per malattia degli insegnanti `pendolari’ i genitori chiedono “che si attivino controlli medici più seri“.
Oggi – continua il rappresentante dei genitori – i docenti che arrivano dalla Sicilia, non fanno in tempo a prendere servizio che subito si mettono in malattia, e quasi mai vi sono supplenti al loro posto, si smembrano le classi, o insegnanti di ruolo di altre sezioni fanno da supplenti, ma in realtà sono più le ore di ozio, che di lezione“.

I genitori di Lampedusa, sollecitano, inoltre, la costruzione di nuovi edifici scolastici: nel plesso della scuola elementare Pirandello ancora in funzione c’è un’aula puntellata da diversi anni e nello scorso inverno c’è stato pure il distacco di intonaci in altre aule; un plesso è pure chiuso da tre anni. Ed anche l’unico liceo dell’isola necessiterebbe di interventi strutturali. “Se il 18 settembre, giorno di apertura delle scuole non sarà tutto a posto – conclude il rappresentante delle famiglie degli studentiisolani – il comitato dei genitori ha già deciso di non mandare i figli a scuola“. Una richiesta che però se non è stata accolta sino ad oggi è altamente improbabile che venga esaudita nel volgere di soli quattro giorni.

Alessandro Giuliani

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