Il medico italiano Federica Zamatto, di Medici senza Frontiere, appena tornata da Lesbo, denuncia le condizioni dei migranti e richiedenti asilo che si trovano sull’isola greca dove domani si recherà papa Francesco.
Il racconto della dottoressa Zamatto, riportato dall’Ansa, denota un forte problema umanitario alla vigilia della visita pontificia.
“Bambini detenuti in condizioni ‘miserabili e indecenti’, senza cibo adeguato, donne incinte e persone fragili abbandonate a se stesse, l’asfalto come giaciglio”, racconta Zamatto, che prosegue: “in apparenza è tutto pulito e ordinato, pronto per la nuova stagione turistica. Ma non cadiamo nell’errore. Lesbo non è calma e pulita perché le persone hanno smesso di fuggire la guerra. Al contrario, gli uomini, le donne, i bambini che rischiano tutto su imbarcazioni precarie oggi sono detenuti dietro a un filo spinato lontano dagli occhi europei. L’Ue ha deciso di spazzare migranti e richiedenti asilo sotto il tappeto, come fossero polvere”.
“L’inchiostro si è seccato sul vergognoso accordo Ue-Turchia e l’hotspot di Moria è diventato un centro di detenzione”, dice il medico, che pochi giorni fa ha visitato il centro.
“Quello che ho visto. ancora denuncia Zamatto, mi ha molto turbato: bambini in detenzione, privati della loro infanzia. Oggi Moria è un centro sovraffollato dove molte persone dormono all’aperto riparandosi con soli teli di plastica o cartoni. Ho incontrato un uomo che cercava disperatamente un alloggio per fare dormire la propria famiglia: arrivati il giorno prima, avevano passato la notte sdraiati sull’asfalto. Ho incontrato molte persone che si lamentavano di non aver ricevuto cibo e una madre che cercava dei pannolini per il suo bambino e ogni volta veniva respinta”.
“La cosa più oltraggiosa che ho visto sono i tanti bambini in detenzione, conclude la dottoressa di Medici senza frontiere, lasciati in condizioni miserabili e indecenti, senza cibo adeguato, senza scuola e senza nemmeno la possibilità di giocare. Mai avrei immaginato che bambini, donne incinte, anziani, in gran parte fuggiti dalla guerra, potessero ritrovarsi rinchiusi in un recinto di filo spinato con i cancelli chiusi. E non trovo una spiegazione accettabile al fatto che l’Europa lo lasci accadere”, conclude.