A spiegare a Tempi.it i problemi delle paritarie legate al pagamento della Tari, ma anche dell’Imu e più in generale alla disparità di trattamento in relazione alle modalità di tassazione delle spese delle famiglie italiane che mandano i figli alle paritarie rispetto a quelle che li mandano alle statali, è Marco Masi, presidente Cdo Opere Educative.
Presidente Masi, perché questa ennesima disparità di trattamento tra alunni delle scuole statali e alunni delle paritarie?
La disparità tra private e statale, per Masi, deriva dalla Legge di stabilità 2014 che consente alle scuole di risparmiare sulla Tari. Peccato, però, che, mentre la legge in questione parla di «istituzioni scolastiche» senza specificare ulteriori aggettivi, la norma cui essa rinvia (articolo 33 bis del dl 248/2007) si riferisce espressamente solo alle scuole statali. Ad oggi, inoltre, ancora non si sa se l’esenzione dal pagamento dell’Imu per le scuole paritarie sarà garantita come lo è per le scuole statali
Anche per questo, dice Masi, il fondo di 494 milioni, e non più 530 come erano inizialmente, deve essere “stabilizzato” e “cioè che la sua erogazione non venga più decisa anno per anno ma attraverso stanziamenti triennali da parte del ministero dell’Istruzione. Questo permetterebbe alle scuole di avere la certezza delle risorse e di pianificare per tempo le loro attività.”
Inoltre, dice il presidente delle Opere educative,
”noi chiediamo al governo di introdurre la detraibilità dalle imposte per le spese sostenute per le rette scolastiche da parte delle famiglie che mandano i figli nelle scuole paritarie lungo tutto il ciclo formativo. Si potrebbe, per esempio, garantire la detraibilità del 19 per cento delle spese sostenute fino a un tetto massimo di almeno 2 mila euro l’anno. Sarebbe una misura nella direzione di una effettiva parità di trattamento da parte dello Stato nei confronti dei cittadini. Siamo da sempre grandi tifosi dell’autonomia scolastica e crediamo che la scuola statale ne abbia davvero bisogno. Sarebbe un bene che venisse introdotta nel nostro sistema, sia per gli alunni degli istituti statali, sia per la scuola paritaria. Maggiore autonomia, infatti, andrebbe a beneficio anche della parità scolastica.
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