“Londra,Italia”, il giornale online degli italiani Londra, riporta come si sta preparando a riaprire la IAL, la Scuola Italiana a Londra.
“E’ chiaro che ripartire con le stesse modalità di prima del lockdown è impensabile” ha detto a Londra,Italia la preside della scuola “ma confidiamo che le nuove regole governative verranno assimilate in fretta da bambini ed insegnanti e mantenute per tutto il tempo necessario”.
Il piano del Ministero dell’Istruzione britannico prevede classi più piccole di massimo 15 bambini e uno o massimo due insegnanti), orari scaglionati per le pause e la riduzione dell’uso di articoli condivisi. L’interazione sarà possibile solo tra membri della stessa aula. Verrà alternata la didattica in classe con quella online a giorni alterni.
Va bene lavare spesso le mani ma no a mascherine e guanti: “Nonostante le difficoltà dell’home schooling, ho deciso che non rimanderò i miei figli a scuola” dice una mamma di quattro bambini, dai 9 ai 4 anni, “non tutte le strutture sono pronte ad adottare drastiche misure di contenimento, o presentano spazi troppo piccoli dove non è possibile effettuare il distanziamento. Per non parlare poi dei rischi che i bambini potrebbero incorrere nel percorso casa-scuola, o sui mezzi pubblici”.
Londra-Italia riporta anche la testimonianza di una docente in una nursery a nord-est della capitale, che dice che il mancato rientro a lavoro a giugno potrebbe invece trasformarsi in licenziamento: “Mi è stato comunicato in modo esplicito che non sarà possibile il social distancing, non ci verrà fornito materiale protettivo e in più dovrei viaggiare per più di un’ora sui mezzi pubblici per recarmi a lavoro. Piuttosto, sono disposta a perdere la mia posizione”.
Alla Scuola Italiana, a rientrare il 1 giugno sarà circa il 50% degli alunni. Il risultato arriva da un sondaggio effettuato dalla scuola sulle famiglie degli iscritti.
“Credo che il risultato rispecchi perfettamente il sentimento altalenante che abbiamo tutti in questo momento” ha detto una mamma, “da un lato c’è la preoccupazione di uscire di casa e le priorità sanitarie e di sicurezza, ma dall’altro la forte l’esigenza di far riprendere ai bambini quel bisogno di normalità e di socializzazione che alla loro età è più che mai necessario”.
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