Si parla tanto di rientro scuola. Però, francamente, se rimaniamo ai fatti non dovrebbe trattarsi di un fenomeno che si realizzerà a breve. Sia perché la ministra ha assicurato più volte che il ritorno in classe dovrà avvenire solo quando ci sarà la massima sicurezza, anche durante l’ultimo question time, sia perché tutte le anticipazioni sui provvedimenti del Governo di ripresa delle attività a partire dal 4 maggio non hanno sinora mai incluso il comparto scuola, con tanto di spiegazione tecnica dei virologi.
Ora, però, c’è almeno un altro motivo per il quale diventa molto plausibile che prima della metà giugno, quando si potrebbe svolgere l’esame di maturità in presenza, nessuno studente metterà piede a scuola: quello del via libera da parte del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla ristrutturazione degli edifici scolastici che ne abbaino bisogno.
“Abbiamo dato l’ok ad aprire anche prima del 4 maggio i cantieri che intervengono sull’assetto idrogeologico, per l’edilizia scolastica, quella carceraria e quella residenziale pubblica”, hanno detto i presidenti di Anci Antonio Decaro e di Upi, Michele de Pascale, al termine di un incontro con la ministro Paola de Micheli, sui protocolli di sicurezza nei cantieri pubblici nella Fase 2.
Ma con quali fondi si realizzeranno gli interventi edilizi? Giusto un paio di giorni fa, sono stati messi a disposizione 320 milioni di euro nell’ambito della Programmazione unica nazionale 2018-2020 che consentiranno alle Regioni di effettuare interventi di messa in sicurezza nelle scuole dei loro territori.
“Sono risorse attese – ha detto la Ministra Lucia Azzolina – che si aggiungono ai 510 milioni già assegnati agli enti locali lo scorso 10 marzo. Dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’edilizia scolastica e della messa in sicurezza, guardando al futuro. Abbiamo bisogno di strutture che possano accogliere al meglio i nostri studenti”.
Ma, soprattutto, per l’edilizia scolastica nazionale rimangono da spendere ancora alcuni miliardi di euro finanziati con la Legge 107 del 2015, mai sbloccati, e addirittura importanti finanziamenti assegnati nel 2013, quando a capo del ministero dei Viale Trastevere era ministra Maria Chiara Carrozza.
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