A Massimo Nardin il “Quasimodo” per la sceneggiatura
Una menzione speciale al giovane regista di Roccalumera, Nello Calabrò, che ha scritto una storia che si rifà all’esperienza diretta di Salvatore Quasimodo nel catastrofico terremoto di Messina nel 1908.
Questo il verdetto della serata finale al centro congressi di Nicolosi (CT).
La manifestazione, presentata da Michele Cocuzza e Antonello Musmeci, ha regalato momenti di intensità artistica, Alessandro Haber ha recitato brani di Bukoswki, e poesie di Prevèrt e Neruda, poi Alberto Fortis ha interpretato una struggente versione de “La sedia di Lillà”, e in seguito ha accompagnato al piano Alessandro Quasimodo, che ha recitato alcune poesie del padre.
Ci sono state anche le esibizioni del duo “Caminito Tango”, dei musicisti “Violinisti in jeans”, e del compositore Gabriele Denaro, ma anche una sfilata di moda della stilista siciliana Arcangela Aiello, suo l’abito indossato durante la serata dalla Miss Italia Tania Zamparo.
Nasce con buoni auspici questa prima edizione del premio, come hanno sottolineato il Presidente del Parco letterario “Quasimodo” Sergio Mastroeni, e il Presidente del Distretto “Taormina Etna” Mario Bolognari, che assieme alla Regione Siciliana, sperano che questo concorso possa crescere e possa internazionalizzarsi, nel nome di Salvatore Quasimodo. E’ quello che si augura anche il figlio del Premio Nobel, Alessandro, che assieme agli altri componenti della giuria, Aldo Forbice, Maurizio Porro, Massimo Caminiti , Mario Bolognari e Romano Milani , spera che il Premio possa acquistare col tempo un prestigio sempre più importante.
Ad un certo punto è intervenuto Vittorio Sgarbi che simpaticamente e provocatoriamente ha chiesto all’organizzatrice dell’evento, Maria Clara Ocera della Freeway Casting, di avere una copia della sceneggiatura della serata. Poi, in maniera propositiva, in qualità di Assessore al Comune di Milano, ha prospettato agli organizzatori del Premio, la possibilità di creare un gemellaggio culturale per dare più visibilità e prestigio a un concorso per sceneggiature che si rifà al respiro europeo della poesia di Quasimodo.
Bilancio positivo anche per le due giornate di convegno, la prima a Mandanici e la seconda all’interno della splendida Ducea di Nelson, a Bronte. Nella prima giornata spazio alla cinematografia siciliana, con le relazioni del critico Franco La Magna e del giornalista Romano Milani, e del fotografo di scena e regista Franco Di Blasi. Nella seconda giornata si è parlato del ruolo delle film commission siciliane, del fondamentale apporto che possono dare alle produzioni cinematografiche che si apprestano a girare film dalle nostre parti.
Su questo si sono soffermati il vice presidente dell’Etna film commission Pippo Cutuli e lo storico del cinema Sebastiano Gesù, ma anche la dott.ssa Longo, in rappresentanza della neonata Film commission di Taormina. Non sono mancate le polemiche, quando qualche intervento del pubblico ha puntato l’attenzione su recenti produzioni come “I Viceré” di Faenza o “Il Capo dei capi” di Enzo Monteleone.
Meglio, sicuramente “I Viceré” come ha sottolineato Pippo Cutuli, per la splendida immagine fotografica di Catania.
Anche questa è promozione del territorio. Da segnalare anche l’intervento del regista teatrale Guglielmo Ferro, artefice di una recente interessante messinscena di “Aspettando Godot” in siciliano.
A fare da cornice alle giornate studio una bellissima mostra fotografica curata da vari fotografi catanesi, il compianto Carmelo Condorelli, Dario Azzaro, Angelo Di Blasi e Orietta Scardino, di alcuni dei set più significativi a Catania.
Lo scopo principale del Premio è quello di valorizzare le potenzialità del paesaggio siciliano e le sue immense risorse al servizio del cinema internazionale, location naturali e artistiche che comprendono bellezze paesaggistiche come l’Etna e Taormina, o architettoniche come il barocco della provincia etnea. E’ sembrato naturale e opportuno ideare un premio di sceneggiatura riservato a quei lavori che traggono spunto dalle opere letterarie, che tanta fortuna e prestigio hanno portato alla cinematografia nazionale. Basti pensare a film come “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi”, o “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, ma l’elenco è lungo e prestigioso. Ricordiamo soltanto alcune produzioni recenti come “I Viceré” di Faenza e “Il Capo dei capi” di Enzo Monteleone , soggetti totalmente diversi ma fondamentali per capire una realtà complessa come quella siciliana. Intitolare il premio ad uno dei grandi della poesia mondiale, il premio Nobel Salvatore Quasimodo, è soltanto un intelligente pretesto culturale, ma in ogni caso pertinente dato che il Presidente della giuria del Premio è il figlio del grande poeta siciliano, Alessandro, e perché vengono segnalate soltanto sceneggiature tratte da opere letterarie.