Il tempo degli annunci (e delle ritrattazioni!) sta scadendo: secondo l’agenzia Ansa, “già in occasione del prossimo consiglio dei ministri il ministro Giannini e il Premier Renzi potrebbero avere un primo confronto sulle proposte messe a punto dal ministero per il rilancio del sistema scolastico italiano”.
Il “pacchetto” a cui da alcuni mesi stanno lavorando due gruppi di lavoro, ad hoc istituiti a viale Trastevere, dovrebbe arrivare ufficialmente sul tavolo del presidente del consiglio, a cui spetta l’ultima parola, la prossima settimana, quindi tra il 14 e il 18 luglio.
Dopo un periodo di confronto pubblico, con i sindacati ma non solo, il testo (con le eventuali modifiche apportate) verrebbe tradotto in provvedimenti legislativi: l’intenzione del governo è approvare un decreto legge da approvare entro la fine dell’estate per le cose più urgenti. E poi probabilmente una legge delega a settembre.
Sempre secondo l’agenzia di stampa nazionale è davvero “tanta la carne al fuoco. Tra i temi più caldi quelli che riguardano formazione, reclutamento e valorizzazione della professionalità degli insegnanti. Nei giorni scorsi il sottosegretario Reggi ha anticipato alcune intenzioni che, pur seguite da smentite, hanno già sollevato polemiche. In testa a tutte l’impegno di 36 ore settimanali per i docenti”.
Roberto Reggi a Terrasini si è scusato e ha smentito. Spiegando che l’aumento dell’orario cattedra non è nelle previsioni del Governo. Ma il giorno dopo, nel corso di una trasmissione radiofonica, ha di nuovo rimesso tutto in discussione affermando che “l’orario di lavoro dovrà essere oggetto di revisione e contrattazione”.
Per chi ‘mastica’ di burocrazia scolastica, il messaggio del sottosegretario è chiaro: l’intenzione è quella di arrivare a un contratto di lavoro flessibile. “Ora sono previsti avanzamenti di stipendio solo con l’anzianità di servizio, si vogliono invece introdurre progressioni differenziate in base ai carichi di lavoro. E l’auspicio è pure quello di arrivare a un organico funzionale che superi l’attuale dicotomia tra organico di diritto e organico di fatto”.
Ma nel ‘pacchetto’ da approvare in CdM c’è anche altro e di non poco conto: scuole aperte dalle 7 alle 22 e 11 mesi su 12, con i costi per l’apertura straordinaria degli istituti da assegnare a privati, associazioni e tutti coloro che possono avere interesse a tenere aperte delle strutture ogni giorni con all’interno centinaia di giovani. Tanto è vero che nel testo in via di attuazione figura anche “un bonus fiscale per ogni investimento privato nella scuola”. Ci sono poi anche altri punti che faranno discutere per almeno tutta l’estate: l’avvio di un’abilitazione all’insegnamento conseguita direttamente durante il percorso universitario (3 + 2 con tirocinio compreso) e più spazio all’alternanza scuola-lavoro (con un occhio al modello tedesco)”. Un altro progetto che, però, necessita di investimenti: un ‘particolare’ che nella fase degli annunci non è stato praticamente mai affrontato. Ma che ora diventerà il problema numero uno da risolvere.
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